CRONACA

Morte per corruzione

Uno studio dimostra che nel caso di terremoti, la corruzione rappresenta una causa di morte superiore al terremoto stesso. L’83% delle vittime è il frutto di costruzioni fatte male, mancanza di controlli, carenza di strutture e di un’adeguata preparazione della popolazione.

NOTIZIE – Osservate nella figura la posizione di Haiti e della Nuova Zelanda. I due paesi hanno subito un terremoto di intensità molto simile ma le conseguenze sono state drammaticamente diverse. Ad Haiti i morti sono stati centinaia di migliaia e a un anno dal terremoto le sofferenze non sono ancora finite. In Nuova Zelanda non c’è stata nemmeno una vittima.

Perché?

Nicholas Ambraseys, del Department of Civil and Environmental Engineering, Imperial College London, e Roger Bilham, del Cooperative Institute for Research in Environmental Sciences and the Department of Geological Sciences dell’Università del Colorado (USA), hanno cercato una risposta e l’hanno trovata nell’indice di corruzione del paese. L’indice di corruzione dei paesi è calcolato ogni anno dal 1995 e si può consultare qui. L’Italia non è messa molto bene, si trova al posto 67, subito dopo il Ruanda, e quel che è peggio sta scendendo nella classifica. Nel 2005 l’indice per nostro paese era salito a 6,2 (la scala è: se la corruzione è nulla, l’indice è 10, se la corruzione è massima l’indice è pari a 0) ora è quasi dimezzato e siamo a 3,9.

I due studiosi hanno confrontato le vittime dei principali terremoti accaduti tra il 1980 e il 2010 e le hanno confrontate con la corruzione e la ricchezza dei rispettivi paesi (Nature 469, 153–155, 13 gennaio 2011, doi:10.1038/469153a). La scoperta di una stretta correlazione tra povertà e numero di vittime non è sorprendente. È ovvio che nei paesi poveri, gli edifici sono costruiti in modo approssimativo con materiali e tecniche scadenti. Inoltre il livello basso di istruzione può ulteriormente influire sulla qualità delle costruzioni.

Ma hanno anche trovato che, a parità di livello di sviluppo, i paesi più corrotti hanno un maggior numero di vittime. Per il periodo 1995-2010 è stato possibile confrontare direttamente i due parametri: la correlazione tra elevata corruzione e numero di vittime per terremoto è straordinaria. Per i 15 anni anni precedenti è stato assunto che  l’indice di corruzione non sia cambiato in modo significativo, cosa importante perché le vittime provocate dal collasso degli edifici sono una conseguenza della corruzione esistente nel periodo della costruzione e non nel momento del terremoto.

La figura mostra che circa l’83% delle vittime dei terremoti degli ultimi trent’anni appartiente a paesi poveri con un indice di corruzione superiore a quello che ci si potrebbe aspettare semplicemente dal prodotto interno lordo del paese. È quindi ragionevole concludere – dicono gli autori – che la maggior parte delle vittime di terremoti sia in realtà vittime della corruzione.

Il contrasto tra il Cile e la Nuova Zelanda, paesi con una corruzione quasi nulla e che hanno avuto pochissime o nessuna vittima, e Haiti o Iran, dove la corruzione è altissima, è molto evidente. Nel caso del Giappone, che ha un elevato prodotto interno lordo e un livello minimo di corruzione, le vittime sono invece dovute al collasso di strutture antiche a Kobe precedenti all’adozione di misure antisismiche.

Gli autori concludono dicendo che “L’integrità strutturale di un edificio non è superiore all’integrità sociale del suo costruttore, e ogni nazione ha la responsabilità verso i cittadini di garantire controlli adeguati. In particolare, paesi con una storia pregressa di terremoti intensi e gravati da problemi di corruzione noti dovrebbero essere consapevoli che un sistema di edilizia non regolata è un potenziale killer.”

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