CRONACA

Prova…prova… Ok, ci siamo.

Credit: Meng, et al 2011 ( Nature)Un nuovo fossile dimostra l’origine dell’orecchio medio dei mammiferi (e il valore predittivo della teoria dell’evoluzione)

CRONACA – Se fosse un primate i giornali avrebbero già gridato al cosiddetto “anello mancante” tra uomo e “scimmia”, ma Liaconodon hui, un modesto mammifero di quaranta centimetri scarsi (coda compresa) è forse il più importante fossile degli ultimi anni assieme a Tiktaalik. Infatti è una forma di transizione che testimonia un fondamentale cambiamento morfologico all’interno della classe dei Mammiferi, cioè l’origine evolutiva del loro (nostro) orecchio medio.

Le primissime tappe che hanno portato il nostro gruppo a un apparato uditivo così raffinato, risalgano addirittura a quando la maggior parte di quello che sarebbe diventato il nostro genoma non aveva nemmeno visto la terraferma: è dai pesci in poi, infatti, che alcuni elementi anatomici vicini all’articolazione tra mandibola e mascella hanno cominciato a modificarsi sotto pressione selettiva, arrivando a costruire un sistema in grado di percepire suoni a frequenze via via maggiori, cioè l’orecchio medio.

In principio, derivata dalla cartilagine iomandibolare dei pesci, venne la staffa e si declinò in numerose varianti tra anfibi, rettili e uccelli, ma solo nei mammiferi compaiono anche incudine e martello, a completare la sequenza degli ossicini dell’udito che ci è familiare (anche se questa è solo una fra le tante strade che l’evoluzione avrebbe potuto prendere).

Ma se la derivazione della staffa dall’iomandibolare è stata confermata, oltre che dall’embriologia, dai fossili (tra cui il Tiktaalik di cui sopra), da tempo i paleontologi attendevano di trovare un mammifero primitivo che supportasse la più logica delle assunzioni in base alla teoria dell’evoluzione, cioè che incudine e martello derivino rispettivamente dall’osso quadrato (mascella) e dall’osso articolare (mandibola) dei rettili.

L’attesa è finalmente finita, perché Liaconodon hui (vissuto tra i 122 e i 125 milioni di anni fa) mostra proprio quello che ci si aspettava di trovare, una forma intermedia tra orecchio medio rettiliano e mammaliano: incudine e martello, prima del distacco totale, erano agganciati con una cartilagine ossificata (cartilagine di Meckel) alla mandibola. Gli autori, che hanno descritto l’esemplare su Nature, suggeriscono che durante l’evoluzione dell’orecchio medio la cartilagine abbia fatto da stabilizzatore via via che forma e funzione delle parti anatomiche si specializzavano.

Il fossile, trovato in Cina, è in un eccezionale stato di conservazione e Jim Meng, curatore dalla divisione paleontologica all’American Museum of Natural History e fra gli autori dello studio infatti ha dichiarato:

Ho sempre sognato un fossile che mostrasse gli ossicini dell’orecchio in buone condizioni […]. Ora abbiamo tra le mani una scoperta che capita una volta nella vita.

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac