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Scienziati in parlamento

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POLITICA – Oltre ad essere il parlamento più giovane di sempre ed aver incrementato notevolmente il numero di donne, entrano in politica alcuni scienziati. Tra questi Ilaria Capua (abbiamo già parlato di lei qui e qui) direttrice Dipartimento di Scienze Biomediche Comparate presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.

Capolista in Veneto per la lista Scelta Civica di Mario Monti alle recenti elezioni, l’abbiamo intervistata per capire il suo punto di vista nei confronti del rapporto tra scienza e politica.

Quando è nata l’idea di entrare in politica?

L’idea è nata il 6 gennaio quando mi ha chiamato Mario Monti: mi ha chiamato in maniera del tutto inattesa chiedendomi un aiuto e un contributo specifico nella mia area di competenza.

Cosa l’ha fatta accettare?

Ci ho riflettuto un po’ e poi ho pensato che si fa presto a lamentarsi che le cose in questo paese non funzionano, poi ti vengono date le opportunità per provare a fare qualcosa… e così ho deciso di mettermi a servizio del mio paese non solo nella ricerca ma anche da un altro punto di vista.

Continuerà con il suo lavoro di ricerca?

La mia intenzione è quella di continuare a seguire i progetti di ricerca, soprattutto quelli più importanti, in ambito internazionale, e di continuare a seguire il mio gruppo. Adesso bisognerà vedere l’attività a Roma quanto mi impegnerà ma la mia intenzione assolutamente è quella di continuare a seguirli.

Quali sono gli obiettivi a breve e lungo termine che riguardano ricerca, sviluppo e tecnologia?

Uno dei motivi per cui ho acconsentito a questo nuovo ruolo è proprio quello di seguire qualcuno che ha chiaro in testa come devono girare le politiche della ricerca in un determinato Paese, quindi gli obiettivi sono assolutamente: premiare il merito, valorizzare i talenti e sburocratizzare.

E invece quali sono le tematiche più importanti che riguardano la scienza che vanno affrontate in parlamento?

Temo che in un futuro immediato non se ne parlerà per niente. Penso che, al di là degli argomenti specifici, bisognerà assolutamente fare una politica di valorizzazione del merito e della responsabilizzazione del principal investigator. Faccio un esempio: se io che sono principal investigator di un gruppo di ricerca devo reclutare un biologo per quale motivo non posso reclutarne uno biologo con una laurea francese se questa persona ha le caratteristiche di curriculum che mi servono per svolgere quel determinato progetto? Semplificare regole come questa, ovvero che se vinco un bando europeo devo seguire le regole europee porterebbe sicuramente anche alla sburocratizzazione.

Un grande lavoro…

In realtà in Italia non è che dobbiamo fare chissà che cosa, dobbiamo copiare quello che si fa negli altri paesi. Invece noi che siamo alla ricerca del concorso perfetto, della selezione perfetta, che dia pari opportunità a tutti, perdiamo così tanto tempo che poi non riusciamo neanche a spendere i soldi dei bandi che vinciamo nei tempi previsti.

In un breve estratto dell’intervista ascoltiamo perché secondo Ilaria Capua è importante che ci siano scienziati in parlamento e qual’è il panorama nazionale della ricerca e dei finanziamenti alla ricerca: cosa potrebbe cambiare in futuro?

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Livia Marin
Dopo la laurea in fisica presso lʼUniversità di Trieste ho ottenuto il Master in Comunicazione della Scienza della SISSA. Sono direttrice responsabile di OggiScienza dal 2014 e, oltre al giornalismo, mi occupo di editoria scolastica.