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Paraben-free: cosa dice la scienza

797px-Burt's_Bees_Products,_Sep_2012SPECIALE GENNAIO – Come già evidenziato in un precedente articolo, la questione di una corretta informazione nel settore dei prodotti cosmetici è oggi più che mai necessaria dato il proliferare, in rete e non solo, di notizie riguardanti la pericolosità di alcune sostanze chimiche presenti nei nostri prodotti cosmetici di uso quotidiano. Torniamo dunque sulla questione dei parabeni con la dottoressa Anna Belloni Fortina dell’Unità di dermatologia pediatrica dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova, per capire se e in che modo la presenza di parabeni sulle etichette dei nostri cosmetici è simbolo di pericolo per la nostra salute.

I conservanti sono necessari        

Dal punto di vista medico i parabeni sono dei conservanti, che hanno cioè la funzione di evitare che il prodotto non venga contaminato da batteri, come ad esempio lo pseudomonas, o funghi durante lo stoccaggio. “La prima cosa che è importante sottolineare  – afferma la Belloni – è che qualsiasi prodotto cosmetico necessita della presenza di conservanti affinché si mantenga nel tempo, e i parabeni sono solamente una delle tipologie di conservanti che vengono utilizzati.” Altri conservanti sono infatti il metilisotiazolinone, il metilcloroisotiazolinone, maggiore responsabile in assoluto di allergie da contatto, il dibromocianobutano e il fenossietanolo, oltre ai composti che rilasciano formaldeide come il diazolidinyl urea, il bronopol, il quaternium 15, l’imidazolidinyl urea e la formaldeide stessa. “Tutte queste sostanze – prosegue la dottoressa – sono presenti in dosi molto basse nei nostri cosmetici, perché sono molto potenti nell’annientare funghi e batteri, un po’ come accade con i diserbanti.” Anche se molto comuni però, in realtà è possibile evitare l’uso di queste sostanze pur garantendo una corretta conservazione del cosmetico. Sul mercato sono infatti presenti prodotti in cui vengono utilizzati come conservanti dei derivati di molecole complesse di zuccheri. Queste sostanze non danno allergia da contatto, ma purtroppo a oggi sono ancora abbastanza costosi rispetto ai normali prodotti da supermercato.

Cancerogenicità dei parabeni: nessuna evidenza scientifica

Riguardo a un noto articolo del 2004 firmato dalla dott.ssa Derbre del’Università di Reading (UK), che ha sollevato e continua a sollevare molte polemiche circa la presunta cancerogenicità dei parabeni, la dott.ssa Belloni fornisce una risposta molto chiara. “Non c’è stata dimostrazione  della correlazione diretta tra tumori cutanei e l’utilizzo di prodotti contenenti parabeni. L’articolo della Derbre non è mai stato confermato da studi scientifici successivi, tanto che lo stesso non è stato quasi in alcun modo considerato all’interno della comunità medica.” E la ragione fondamentale per cui i parabeni non possono provocare il cancro alla pelle – continua la Belloni – è che sono molecole molto grosse, con una dimensione troppo grande per essere assorbite dalla pelle sana, in cui cioè non vi è la presenza di tagli o abrasioni.

Tuttavia, la recente direttiva europea che regola la produzione e il commercio dei cosmetici ha fissato comunque una soglia massima oltre cui la presenza di parabeni può risultare dannosa per la salute e corrisponde allo 0,40% nel caso degli esteri e allo 0,80% per le miscele di esteri. Se i parabeni non sono cancerogeni, perché dunque l’Unione Europea ha fissato una soglia oltre cui la loro presenza è rischiosa per la salute dell’uomo? “La ragione di questi limiti – commenta la Belloni –  non è la cancerogenicità, bensì il rischio possibile di sensibilizzazione cutanea in soggetti predisposti.”

Tra allergie e sensibilizzazione

Una volta chiarita la non fondatezza scientifica dell’accusa di cancerogenicità dei parabeni – prosegue la dottoressa – è importante infatti porre un’altra distinzione: quella tra reazioni allergiche sistemiche e reazioni di sensibilizzazione da contatto. “Se non c’è infatti pericolo di effetti tumorali, la presenza di parabeni nei prodotti cosmetici può causare in soggetti predisposti delle reazioni di sensibilizzazione cutanea, che si manifestano con un eczema (rossore e piccole vescicole), ed è per questo che l’Unione Europea ha posto dei limiti alla loro presenza nei prodotti cosmetici.” Tuttavia, precisa la Belloni, anche in casi di forti reazioni cutanee da sensibilizzazione da contatto con i parabeni, sono esclusi eccessi pericolosi per la propria vita come ad esempio shock anafilattici.

Le ragioni di questa guerra contro i parabeni non sembrano dunque da ricercarsi all’interno della scienza medica. “L’allarme nasce dal fatto la struttura chimica dei parabeni è formata da un cosiddetto anello aromatico, cioè da una catena di atomi di carbonio, considerato il responsabile della cancerogenicità” spiega la Belloni. “In realtà, il fatto di contenere un anello aromatico non è per la medicina simbolo di cancerogenicità e proprio per questo è importante che al consumatore venga fornita una corretta informazione scientifica a riguardo, per una scelta consapevole e non guidata, dei prodotti di cui fa uso.”

Crediti immagine: WestportWiki, Wikimedia Commons

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.