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Tumore alla mammella, se una proteina prevede l’efficacia della chemioterapia

Individuato TAZ, un biomarcatore in grado di quantificare in anticipo la risposta della singola paziente alla terapia pre chirurgica

7371700988_80018aa949_zRICERCA – Non tutti i malati reagiscono allo stesso modo alle terapie di qualsivoglia natura, si sa. E questo accade anche nel caso dei pazienti oncologici, come le donne che soffrono di neoplasie alla mammella. In questo senso la ricerca sulle terapie pre-chirurgiche per le pazienti con carcinoma mammario va avanti e alcuni ricercatori dell’Istituto Regina Elena di Roma hanno individuato un nuovo candidato per essere un biomarcatore predittivo in grado di dirci in anticipo quanto efficace potrebbe essere la terapia per quel singolo malato. Si chiama TAZ ed è un’oncoproteina, ovvero una proteina in grado di mediare una serie di funzioni pro-tumorali. In particolare, l’elevata espressione di TAZ significherebbe una scarsa risposta dell’individuo alla terapia pre-chirurgica.

I risultati, pubblicati sulla rivista Oncotarget, dimostrano infatti che una buona risposta al trattamento con chemioterapia e trastuzumab si ottiene solo se nei tumori vi è una bassa espressione di TAZ, mentre livelli elevati di TAZ sono correlati ad un basso tasso di risposte al trattamento.

“Sebbene questa non debba essere presa come l’ultima parola a riguardo, è fondamentale infatti riuscire a predire una buona risposta al trattamento medico, che deve essere in grado di far scomparire la lesione tumorale per permettere alla chirurgia di essere più efficace e meno invasiva, e i risultati che abbiamo ottenuto in questa fase clinica sono assai rilevanti, perché confermano test preclinici precedenti frutto di anni di lavoro” spiega Marcello Maugeri-Saccà, ricercatore presso l’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena.

Quello che i ricercatori hanno scoperto studiando pazienti oncologici con una neoplasia mammaria a uno stadio precoce, è infatti che questa proteina agisce sulle cellule staminali tumorali proteggendole dalla chemioterapia e quindi misurare la quantità di TAZ nel singolo individuo può aiutare i medici a capire se il paziente trarrebbe un beneficio significativo dalla terapia pre-chirurgica.

I ricercatori in particolare hanno indagato la relazione tra la presenza della proteina TAZ e il tipo di risposta alla terapia pre-operatoria in pazienti con tumore al seno HER2-positivo, una forma di tumore alla mammella particolarmente aggressiva, con una progressione più rapida della malattia e una maggior incidenza in donne giovani. Questo studio è particolarmente interessante per queste pazienti, considerata l’eterogeneità biologica della malattia HER2-positiva e la correlata diversa risposta alla terapia tra i due principali tipi di tumore mammario HER2-positivo. In questo contesto è dunque fondamentale sapere in precedenza se attendersi una buona risposta a un’eventuale terapia pre-chirurgica.

“L’obiettivo è che questi risultati si traducano presto in routine clinica – spiega Maugeri-Saccà – ma perché ciò accada è necessario ancora del tempo. Sono due i protocolli a oggi in fase di stesura: anzitutto validare il valore predittivo di TAZ in modo prospettico, il che significa ampliare lo spettro di pazienti presi come campione in modo che risulti siano statisticamente significativo; secondo, proseguire con trial clinici dove si modula l’espressione dell’oncoproteina a livello farmacologico. Ovviamente l’unità di misura di procedure come queste si misura in termini di anni.”

@cristinadarold

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Williami5, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.