IL PARCO DELLE BUFALE

Metodo Stamina: non è ancora finita

Un articolo scientifico avrebbe fornito "evidenze inequivocabili" sull'efficacia del metodo Stamina, dicevano gli autori. Purtroppo non è vero.

6946913449_e8ac6ff7d7_zIL PARCO DELLE BUFALE – Dopo il patteggiamento con il quale il docente di psicologia Davide Vannoni, il chirurgo Marino Andolina e altri cinque imputati ammettevano l’associazione a delinquere a scopo di truffa, molti speravano che finisse lì e che “imparassimo la lezione”.

Non è finita lì, quando mai?

Ci sono altri processi in corso e tre degli associati a delinquere sono ricorsi in Cassazione, per contestare non i reati patteggiati ma la competenza del tribunale di Torino e il periodo di validità della legge Balduzzi. A loro avviso la competenza spettava a Trieste, Andolina avendo commesso il primo “peculato” all’ospedale Burlo Garofolo, e sebbene sospesa, la legge autorizzava il “metodo” praticato agli Spedali di Brescia, in violazione di altre leggi, del codice deontologico che vieta a un medico di somministrare cure segrete, delle norme italiane ed europee sulla preparazione delle sostanze da infusione, iniezioni e trapianti, e della Dichiarazione di Helsinki firmata dall’Italia che tutela i diritti e la dignità dei pazienti negli esperimenti clinici.

Abbiamo imparato la lezione?

Poco dopo l’annuncio del ricorso, soltanto L’Osservatore d’Italia, Giulia Locati su un blog del Giornale e un “Hermano Tobia” sul blog 22 passi annunciavano la riscossa. Stava per uscire l’articolo “scientifico” del prof. John R. Bach e del dott. Marcello Villanova rispettivamente “massimo esperto mondiale” e “massimo esperto italiano” di SMA1 (atrofia muscolare spinale di tipo 1), il secondo con tanto di “pubblicazione su Nature”. Il 30 marzo, in una conferenza stampa alla quale sembra esser stata invitata soltanto Gioia Locati (L’Osservatore d’Italia aveva avuto in anteprima un’intervista esclusiva con il dott. Villanova) gli autori affermavano di aver “evidenze inequivocabili” dei “miglioramenti” – mai avvenuti prima al mondo – in tre bambini curati a Brescia. E di averle trasmesse tempo fa agli esperti dei tribunali e dei comitati di valutazione che le avevano ignorate.

Stavano per essere svergognati da un articolo “peer-reviewed”, la verità “scientifica” stava per trionfare.

Si cerca una cura da più di vent’anni anche per gli scettici sarebbe stata un’occasione per festeggiare. L’annuncio era prematuro: dell’articolo “scientifico” parlava soltanto Davide Vannoni su FaceBook, “Hermano Tobia” su 22 passi, e io per scusarmi di aver riso a torto di una sua frase, invece di leggere l’articolo e farlo leggere a persone competenti. Così credo di aver imparato qualcosa.

Gli autori, ça va sans dire, non avevano mai scritto di SMA1 su Nature o altrove. A Bach si devono tecniche di respirazione assistita che hanno prolungato la vita di gente affetta da numerose malattie, chapeau. Fra i ricercatori in terapie con cellule staminali mesenchimali (sicuramente usate per cinque bambini al Burlo Garofolo di Trieste) coinvolti negli esperimenti clinici approvati finora, Villanova non risulta. Ma da neurologo ha seguito tra il 2013 e il 2014 un bambino in cura a Brescia e in una conferenza stampa del 2013 commentava il video dei miglioramenti ottenuti con il “metodo Stamina”.

Gli autori raccontano i casi dei tre bambini fra il 2011 al 2014. Calcolano lievi miglioramenti motori sulla scala CHOP-INTEND tra il 2011 e il 2014 e omettono le informazioni essenziali per capire di che cosa stiano parlando. Mancano la/le diagnosi (spesso per la SMA1 cambiano, a volte anche se raramente ci sono remissioni spontanee) e la/le prognosi; la differenza tra il protocollo seguito a Trieste e a Brescia; quando, dove e da chi sono stati osservati i pazienti e i punteggi raccolti. Viene precisato che Villanova ha visitato un bambino a Brescia dopo ogni infusione, ma non se lo abbia fatto anche prima e a distanza di mesi per registrare i cambiamenti.

Gli autori hanno guardato i video, indispensabili per verificare il giudizio soggettivo dell’osservatore  –  solitamente il fisioterapista, ma Villanova e Bach citano i genitori – nell’assegnare il punteggio. La scala CHOP non è l’unica misura di miglioramenti motori e vitali, ma gli autori non sembrano disporre di altri dati, e concludono con frasi terribili:

Sebbene le cellule staminali mesenchimali fossero somministrate per via sia intratecale (nella spina dorsale, ndr) che endovenosa, poiché esse attraversano la barriera emato-encefalica, questo potrebbe non esser stato necessario.

Una pratica invasiva, rischiosa  e “non necessaria” perché senza la respirazione assistita

i tre pazienti sarebbero morti a prescindere dei benefici che hanno derivato da queste cellule.

Oltre alle carenze già elencate,

I limiti di questo studio includono l’esiguo numero di casi; il fatto che le capacità vitali non sono state misurate prima, durante e dopo il trattamento; e il fatto che i video prima, durante e dopo il trattamento non erano standardizzati.

Video con i quali i punteggi non si possono verificare, girati da chi, come e quando, non si sa, ma comunque poco affidabili: gli autori non si accorgono nemmeno che “dopo il trattamento” le capacità vitali di un bambino erano peggiorate al punto da rendere necessaria la tracheotomia.

L’articolo fa pena innanzitutto per i bambini e i loro parenti, hanno detto medici e ricercatori ai quali ho chiesto un parere. Ma non farà danni, è uscito su una piccola rivista di cui Bach è vice direttore mentre la peer-review dormiva.

E poi lo contraddicono, per esempio,

  • le osservazioni e le analisi pubblicate da medici e ricercatori del Burlo Garofolo (che i due autori accusano senza troppe circonlocuzioni di mentire) dopo aver deciso, visti gli esiti scoraggianti, di interrompere la cura;
  • un articolo che Andolina si era comprato nel 2012 su una rivista coreana;
  • lo stesso Vannoni che, dopo aver sostenuto per anni che il suo metodo guariva quella malattia, nell’agosto 2013 la escludeva dall’esperimento clinico finanziato dalla legge Balduzzi perché “i miglioramenti non erano visibili entro 16 mesi”. A quanto riferito da Villanova e Bach e dai video mostrati alle Iene dal febbraio 2013 in poi, erano misurabili ben prima.

Le Iene tacciono e forse hanno imparato, ma “Hermano Tobia” no. Spera tuttora nell’umiliazione di chi voleva tutelare i pazienti facendo rispettare le regole:

Eh eh…  sbaglierò, ma dalle reazioni che ho visto a me sembra invece che l’articolo di Bach e Villanova non faccia pena, ma piuttosto faccia preoccupare (e parecchio) a chi si é esposto incautamente sulla vicenda ...

Espletivi  in meno, le reazioni degli incautamente esposti Giuseppe  Remuzzi dell’Istituto Mario Negri a Milano, e Martino Introna, il direttore del Laboratorio di terapia cellulare all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, somigliano a quelle che ho raccolto in queste settimane. Al movimento Stamina è rimasto soltanto un “Hermano Tobia” da esporre cautamente, al riparo dietro un nick.

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: University of Michigan, Flickr

Condividi su