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Come un pesce nell’acqua

Un ovulo fecondato del pesciolino Danio rerio modifica attivamente la propria forma così da interagire con il proprio ambiente

RICERCA – Nel 1982 Peter Agre scopriva l’aquaporina, la proteina di membrana che fa transitare l’acqua, ma non i suoi sali, dentro e fuori dalla cellula, e per questo riceveva il premio Nobel per la Chimica nel 2003. In H2O. Una biografia dell’acqua (BUR, Rizzoli) Philip Ball scriveva che l’acqua, onnipresente dentro e fuori dalle cellule, era quasi assente dalla letteratura biomedica. Sembra tuttora vero. Escono più articoli di fisici, mai stanchi di osservarne le transizioni di fase, e di astronomi e astrofisici in fibrillazione appena ne vedono tracce su qualunque oggetto celeste.

Un laboratorio del CNR e uno dell’Università statale di Milano remano contro corrente. Sulle Physical Review Letters, i fisici Alessandro Taloni e Stefano Zapperi, la biologa Caterina La Porta e colleghi del CNRS francese e dell’Università di Ginevra, hanno appena spiegato un fenomeno vitale in senso stretto: come un ovulo fecondato del pesciolino Danio rerio modifica attivamente la propria forma, si dota di protrusioni effimere dette “bleb“, regolando il proprio volume d’acqua così da interagire con il proprio ambiente.

Per analizzare i dati e le immagini raccolte con un microscopio confocale in quasi quattro anni di esperimenti, serviva una teoria per calcolare le forze in gioco e un modello tridimensionale al computer che facesse da modello. Una volta capito il meccanismo, si può studiarne gli effetti in altre cellule. Caterina La Porta fa ricerca in oncologia, è probabile che stia già pensando a provarci con tessuti tumorali. Parte avvantaggiata: alla Statale, Stefano Zapperi – che miete fondi europei – ha fondato un Centro per la complessità e i biosistemi, a due passi del suo laboratorio.

(Pettegolezzo: lo “Zap” è appena diventato professore, ma senza modificare di molto l’età media degli accademici aumentata parecchio da quando l’aveva analizzata insieme a Francesco Sylos Labini in un famoso articolo uscito su Nature nel 2007.)

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   Crediti immagine: Azul/Wikipedia

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