IL PARCO DELLE BUFALE

L’effetto farfalla del sonno solare

Un modello dei cicli solari presentato nel Galles suscita nei giornali italiani e non una tempesta di previsioni di calamità a breve, richieste di interventi governativi per aiutare l'agricoltura in Italia a superarle, e problemi di aritmetica.

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IL PARCO DELLE BUFALE – “Il batter d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in Texas?” chiedeva Edward Lorenz, nell’articolo del 1972 (1) in cui proponeva di calcolarlo con l’attrattore che ne porta il nome. La custode propone invece di calcolare sulle dita l’effetto di un comunicato della Royal Astronomical Society (RAS) in occasione della conferenza di Llandudno, pittoresca cittadina del Galles.

Partito venerdì 11 luglio da un articolo del Daily Mail – uso annunciare imminenti ere glaciali come tanti dal 1999 – nei titoli italiani il comunicato ha generato catastrofi quali

  • Lo studio sul clima: “Il sole si spegnerà del 60 per cento nel 2030” (Il Giornale)
  • Lo studio: tra il 2020 e il 2030 una mini-era glaciale (Libero)
  • Rischio di mini-era glaciale nel 2030. Il Sole va a dormire (Rai News)
  • Tra 15 anni potrebbe iniziare una nuova Era Glaciale! (sito meteo del col. Giuliacci)
  • Altro che riscaldamento globale, nel 2030 arriva la mini-glaciazione (Ecoblog)
  • Il Sole “dormirà” dal 2030 al 2040, gli scienziati: “Andiamo verso una mini-glaciazione. Fiumi e campi ghiacciati per 12 mesi l’anno” (Huffington Post)

Il crescendo ha fatto rabbrividire i cittadini nel bel mezzo di un’ondata di caldo.

Nella realtà, la RAS comunicava che Valentina Zharkova e colleghi hanno creato un modello dell’attività solare aggiungendo alla “dinamo” profonda che ne governa teoricamente i cicli (ma se ne ipotizzano parecchie altre), una seconda appena sotto la superficie. Così ottengono due onde appaiate “che fluttuano tra l’emisfero sud e nord” con una frequenza di circa 11 anni. Hanno inserito nel modello le osservazioni del campo magnetico solare dal 1976 al 2008,  con un’analisi delle componenti principali e l’aiuto del programma Eureqa, hanno derivato proiezioni poi paragonate al numero di macchie solari osservate nello stesso periodo e all’andamento di quello attuale.  Così ottengono due onde appaiate “che fluttuano tra l’emisfero sud e nord” con una frequenza di circa 11 anni.

Risultato, dice la prof. Zharkova,

Le nostre previsioni hanno mostrato un’accuratezza del 97%

Davvero eccezionale rispetto ai modelli analoghi, che hanno grandi margini di incertezza. Le macchie solari sono ben correlate ai cicli, e ancora di più al numero dei loro osservatori nell’emisfero nord, ma altrettanto variabili, e per ora nessuno riesce a prevederne accuratamente la comparsa. Nel modello di Zharkova et al. però

le due onde si cancelleranno sempre di più durante il ciclo 25 che culmina nel 2022. Durante il ciclo 26, che copre il decennio 2030-2040, diventeranno esattamente asincrone (…) e l’attività solare si ridurrà del 60%.

Chissà perché l’affidabilità di un modello, basato su un periodo così breve, venga controllata su un ciclo incompleto, e il prossimo abbia un picco dopo soltanto tre anni invece di cinque o sette. Comunque tra quindici anni

“prevediamo le proprietà di un minimo di Maunder”, dice Zharkova. “Infatti quando le  onde sono approssimativamente in fase, possono mostrare una forte interazione, o risonanza, e abbiamo una forte attività solare. Quando sono fuori fase, abbiamo minimi solari. Quando la separazione delle fasi è totale, abbiamo le condizioni osservate durante il minimo di Maunder 370 anni fa.”

All’epoca l’irradianza solare era diminuita pochissimo, ma la intercettavano le polveri emesse da eruzioni vulcaniche in serie. Alla radio neozelandese, Zarkhova prevede lo stesso un raffreddamento globale di 2°C. Alla fine dell’intervista ricorda di non far “ricerca sull’atmosfera e di non sapere come essa risponderà”. Sa invece che il riscaldamento globale è dovuto unicamente al Sole, tant’è che contemporaneamente

si sciolgono le calotte polari di Marte e compaiono tifoni su Giove

Su Marte le calotte polari si sciolgono e ricrescono da quando si osservano, e su Giove tifoni attivi da 400 anni si stanno riducendo a vista di Hubble. Quisquiglie, fatto sta che non la convincono

gli argomenti del gruppo che promuove un riscaldamento globale di natura antropogenica.

ovvero che i gas serra hanno un effetto serra, un argomento calcolato da Fourier nel 1821.

I modelli sono fatti apposta per semplificare. Tuttavia la custode sarebbe sorpresa se con due dinamo a moltiplicare le turbolenze, le onde fossero “esattamente” simmetriche; nelle ricostruzioni dei cicli passati non riesce a vederle.   Quaggiù nel frattempo, la temperatura globale aumenta nonostante dal 2006 l’attività solare sia la più bassa registrata da un secolo. Ne deduce che prima di farsi foderare i pigiami di visone le conviene fare quattro conti, arrotondati al suo solito.

Dunque…

  1. L’attività della corona solare rappresenta lo 0,1% dell’energia in arrivo dal Sole, meno 60% = 0,04%, circa 0,03° C.
  2. Il suo forzante radiativo è di circa 0,17 Watt/m2, un’inezia rispetto ai 2 Watt/m2 della concentrazione atmosferica di CO2.
  3. Sommando le retroazioni negative come aumento dell’albedo e diminuzione del vapore acqueo, il riscaldamento globale rallenterebbe di 0,06 – 0,10 °C a decennio.
  4. Sarebbe come abbassare la CO2 atmosferica da 401 a 393 ppm e tornare al livello del 2012.

Si è fatta aiutare dal prof. Mike Lockwood e a due suoi amici per il terzo conto e dal direttore del Centro GISS-NASA Gavin Schmidt per il quarto.

Con l’aiuto dell’articolo che Sarah Ineson e colleghi hanno pubblicato a fine giugno su Nature Communications, la custode ha poi chiesto ai modelli climatici quali saranno gli effetti di un minimo uguale a quello di Maunder che fluttuava da matti tra il 1645 e il 1715, periodo nel quale ogni tanto ha fatto un freddo barbino in Europa e nel Nord America.

A proposito degli inverni che ne risentono di più e zoomando su quelli italiani,

L’insieme multi-modelli CMIP5 prevede l’inaridirsi della regione mediterranea per la quale sarà probabilmente importante l’alleviamento delle precipitazioni invernali. Tuttavia va notato che nella regione i cambiamenti sono piccoli e l’affidabilità relativamente bassa. (2)

I campi non saranno ghiacciati “per 12 mesi l’anno”,  si rassicuri la Confagricultura che secondo Il Giornale avrebbe dichiarato

Abbiamo davanti uno scenario di medio periodo inquietante. Il cambiamento climatico non è più qualcosa che accadrà in futuro, è già qui e sta manifestando i suoi effetti.

I fiumi idem, spiace deludere gli ammiratori di Virginia Woolf che contavano di danzarci come Orlando e la bella Sasha sul Tamigi. Nel caso volessero farlo a Londra negli inverni 2030-2040, tengano presente che

Nella registrazione delle temperature per l’Inghilterra centrale, i dati di dicembre-febbraio mostrano inverni più freddi durante una bassa attività solare, ma quasi nel mezzo del minimo di Maunder, per esempio, l’inverno 1685-1686 è stato il quinto più caldo registrato in 360 anni.

Dovrebbe bastare una stola di lapin.

(1) All’origine, Lorenz faceva battere le ali a un gabbiano. Sul successo e i travisamenti della metafora, rif. il capitolo “Caccia all’effetto farfalla” di Sven Ortoli e Nicolas Witkowski, in La vasca di Archimede, Raffaello Cortina editore, un’ottima lettura estiva.

(2) La custode copia spudoratamente, di suo ci mette solo link e grassetto.

Leggi anche: Verso Parigi, tra diritto alla salute e rischi climatici

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