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I parabeni finiscono nel corpo dei mammiferi marini

Nei tessuti di orsi polari, delfini e lontre marine ci sono tracce dei noti conservanti, ampiamente usati nei prodotti da bagno e non solo. I rischi rimangono un'incognita

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AMBIENTE – Secondo un’indagine pubblicata su Environmental Science & Technology, nei tessuti di mammiferi come i delfini, le lontre marine e gli orsi polari si sono accumulate notevoli quantità di parabeni, una presenza – da attribuirsi a cause antropiche – che si accosta a quella degli inquinanti industriali.

Ma facciamo un passo indietro: che cosa sono i parabeni? Si tratta in poche parole di conservanti che vengono utilizzati ormai dagli anni Cinquanta in milioni di prodotti (specialmente in quelli da bagno) per evitare la contaminazione da batteri e funghi e permettere una resistenza sugli scaffali ben più lunga.

Nonostante questo, di recente è sempre più frequente imbattersi nella dicitura paraben-free sull’etichetta di uno shampoo o di un docciaschiuma. Dei potenziali pericoli di questi conservanti per la nostra salute, se voleste approfondirli, ci eravamo già occupati, precisando anche cosa prevede l’attuale legislazione che ne regola l’utilizzo nei prodotti usati nella vita quotidiana. Torniamo quindi a un impatto finora meno trascurato: quello sull’ambiente. Quando il nostro balsamo per capelli o i nostri prodotti di bellezza finiscono giù per lo scarico, poi nelle fognature e infine a contatto con fauna e flora. Che, per quanto la letteratura scientifica al riguardo non sia ancora così ampia, difficilmente ne trarranno beneficio.

Precedenti studi hanno già indagato quali sono gli effetti dei parabeni sulla salute degli animali che ne vengono in contatto, scoprendo che (insieme ai loro sottoprodotti) una volta nel corpo si comportano come gli estrogeni, ormoni steroidei, responsabili normalmente di comportamenti e modifiche legati soprattutto alla sfera della riproduzione. Ma nel caso di estrogeni non prodotti dagli animali stessi le conseguenze sono differenti: un esempio sono quelli utilizzati in zootecnia per aumentare la resa di carne (qui la regolamentazione italiana).

Studiando 121 campioni di tessuto prelevati da otto diverse specie di mammiferi marini delle acque costiere della Florida, della California e dell’Alaska, i ricercatori guidati da Kurunthachalam Kannan hanno identificato metilparaben (antimicotico e conservante alimentare) nella maggior parte di questi, mentre ognuno dei 121 presentava tracce di un suo metabolita, risultato dell’assorbimento del parabene da parte dell’organismo: 4-HB, l’acido 4-idrossibenzoico.

Se negli orsi polari c’erano tracce minime di metilparaben, si passava a migliaia di nanogrammi di 4-HB per ogni grammo di tessuto proveniente dai delfini o dalle lontre di mare. Una correlazione, la presenza del metilparaben e di un suo metabolita, che ha convinto gli scienziati che l’origine di questa sostanza sia una fonte sintetica. Per ora, premettono gli scienziati, quali siano i rischi per gli animali esposti rimane poco chiaro.

@Eleonoraseeing

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Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: Gregory Smith, Flickr

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Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".