COSTUME E SOCIETÀ

Chi vince al gioco? Lo dice la matematica

Nel libro “Fate il nostro gioco” Paolo Canova e Diego Rizzuto raccontano la matematica dietro al gioco d'azzardo, stilando un vademecum per non farsi ingannare

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Nel gioco d’azzardo, il banco vince sempre, e le eccezioni sono davvero poche. Grazia alla matematica è possibile provarlo. Immagine Pixabay, Public Domain

COSTUME E SOCIETÀ – Si occupano di gioco d’azzardo dal 2009 e ne conoscono tutti i segreti, ma fuori ad aspettarli non c’è una Rolls Royce con autista. Il loro obiettivo non è sbancare il casinò, anche se hanno conosciuto e intervistato chi c’è riuscito. Paolo Canova, matematico, e Diego Rizzuto, fisico, sono comunicatori della scienza che si propongono di spiegare quanto sia matematicamente improbabile la vincita di denaro al gioco. Conferenze in tutta Italia, lezioni nelle scuole e – dal 10 marzo – anche un libro.

“Fate il nostro gioco” (Add Editore, 14 euro) è un vademecum per non lasciarsi abbindolare. «Sapevate che il Superenalotto, tra i giochi a estrazione, è il più difficile da vincere del mondo? C’è una probabilità su 622 milioni di fare sei: per l’esattezza, una su 622 614 630. È più probabile che la Terra venga distrutta dall’asteroide 99942 Apophis nel 2036», sorride Rizzuto.

Eppure il gioco è seducente: «Vincere non è impossibile. A qualcuno succede. E chi fa notizia è lui, non i milioni di persone che perdono. Quindi pensiamo: se quel tizio ce l’ha fatta, possiamo farcela anche noi». L’abilità del “banco” risiede nel rafforzare questo pensiero: «Sin dal 1997, l’allora Ministro Vincenzo Visco, in una relazione, aveva stabilito le linee guida per rendere i “Gratta e Vinci” di successo: tempi rapidi, piccole vincite frequenti, “quasi vincite” quando si perde… E il gioco è fatto».

Il banco vince sempre. Le eccezioni confermano la regola. «Grazie alla matematica si riesce a dimostrarlo. E si può perfino stabilire l’entità della sua vittoria. Cioè quanto perderemo noi», puntualizza Canova. La passione degli italiani per il gioco d’azzardo garantisce entrate imponenti a chi la asseconda, che a sua volta gioca la sua partita combinando due armi vincenti: la statistica e la psicologia. Con risultati devastanti per chi cade nella spirale del gioco patologico: «Il nostro – spiegano gli autori – è un libro di prevenzione, di promozione della salute». Ma è anche un viaggio divertente nei meccanismi che regolano il gioco. Comprese le sue falle.

«Abbiamo incontrato Mohan, un geostatistico canadese che aveva scoperto un “baco” del “Gratta e vinci” nazionale. Un metodo semplicissimo, che gli permetteva di guadagnare 600 dollari al giorno». Perché raccontare la sua storia, quando ci si propone di disincentivare il gioco compulsivo? «Chi ha vinto al gioco d’azzardo, e Mohan non è l’unico che abbiamo conosciuto, è un genio: è davvero difficile identificarsi con lui. E poi ha un segreto: non si diverte affatto. Applica un metodo, trova un varco e, dopo un po’, si annoia».

Testo e video di Michela Perrone e Daniele Arghittu

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Michela Perrone
Appassionata di montagna e di tecnologia, scrivo soprattutto di medicina e salute. Curiosa dalla nascita, giornalista dal 2010, amo raccontare la realtà che mi circonda con articoli, video e foto. Freelance dentro e fuori, ho una laurea in Comunicazione e un master in Comunicazione della Scienza.