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Bambini: dieta? No, educazione alimentare

Il primo passo è modificare lo stile di vita del bambino, scegliendo alimenti di qualità e vietando il fai da te. La parola all'esperta.

I bambini sovrappeso stanno aumentando ma la soluzione non è metterli a dieta ma insegnare loro un corretto stile di vita, soprattutto alimentare. Crediti immagine: Donnie Ray Jones, Flickr

SPECIALE APRILE – Secondo gli ultimi dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in Europa un 11 enne su 3 è sovrappeso o obeso, e sempre di più sono i casi di insorgenza del diabete in giovane età. Come comportarsi dunque? Lo abbiamo chiesto ad Alice Cancellato, biologa nutrizionista IRCCS Policlinico di San Donato Milanese.

Anzitutto, è corretto secondo lei parlare di dieta per un bambino o un adolescente?
Io personalmente non consiglio mai, nemmeno nei casi di forte sovrappeso, una dieta cosiddetta “grammata”, che ruota cioè intorno alla costante misurazione delle quantità di cibo che il bambino deve assumere: 80 grammi di pasta, 100 grammi di pollo, ecc. Io credo che l’approccio più opportuno in generale, e soprattutto quando si parla di bambini, sia lavorare sulla formazione di una corretta educazione alimentare, che parte dalla famiglia. Non si tratta solo di quanto cibo ingeriamo, ma di che tipo di alimenti scegliamo per i nostri figli. Solo lavorando sullo stile di vita si può creare una consapevolezza alimentare anche nel bambino, che farà sì che più difficilmente egli ricada in problemi di peso. Molto spesso, specie nelle diete presunte “miracolose”, il bambino o l’adolescente una volta raggiunto l’obiettivo si ferma, non riesce a mantenere il peso forma a lungo, appunto perché non ha cambiato il proprio stile di vita, ma si è solo sforzato di rinunciare a determinati alimenti o di seguire alla lettera un foglio prestampato.

Qual è dunque il primo passo per un genitore?
Anzitutto evitare le diete fai da te. Un bambino deve essere seguito da un esperto in nutrizione e devono essere coinvolti i genitori per far che il figlio acquisisca uno stile di vita sano.

Possiamo dire che la dieta mediterranea è anche in questo caso la via migliore da seguire?
Certamente la dieta mediterranea, che prevede un 55-60% circa di carboidrati, il 15% di proteine e il 25-30% di grassi è un’ottima soluzione, ma il punto rimane la valutazione della fonte di questi alimenti. Esistono per esempio gli zuccheri complessi, come la pasta e il pane, e gli zuccheri semplici, rappresentati ad esempio dal saccarosio, il comune zucchero da tavola. Non sono la stessa cosa. I primi vengono rilasciati nel sangue lentamente e forniscono energia a lunga durata, i secondi (di cui sono ricchi gli snack industriali) determinano un rapido aumento della glicemia.

Oggi come oggi a essere fortemente sotto accusa è anzitutto la carne. Qual è la giusta dose settimanale di carne che un bambino dovrebbe assumere?
Qui ci sono due aspetti da considerare: anzitutto è vero che l’alimentazione in età infantile è molto spesso iperproteica. Un bambino di 3 anni non può mangiare un hamburger del peso di 150 grammi, che invece è adatto a un adulto, ma molto spesso non ci si pensa, anche perché le confezioni di carne sono solitamente di dimensioni standard, perché tarate appunto sulla popolazione adulta. In ogni caso come nutrizionista consiglio la carne non più di 4-5 volte alla settimana, considerando 14 pasti, cioè pranzi e cene. C’è poi la seconda questione: quella della qualità. Non tutta la carne è uguale sotto il profilo nutrizionale. Un primo passo per modificare uno stile di vita sano è senza dubbio la scelta di alimenti di qualità.

Veniamo a una questione spinosa: eliminare la carne dalla dieta di un bambino è pericoloso?
Diciamo che, posto che non è opportuno affidarsi a diete “moda” come possono essere la dieta dei gruppi sanguigni che elimina diversi alimenti dalla nostra dieta a seconda del nostro gruppo sanguigno appunto, ma che non ha evidenza scientifica, oppure la dieta paleo che riduce al minimo l’apporto di carboidrati, l’eliminazione della carne non è un problema di per sé, anche se una scelta di questo tipo comporta un monitoraggio frequente del bambino attraverso analisi del sangue. Inoltre, le proteine contenute nella carne sono ad alto valore biologico e fondamentali per lo sviluppo del bambino, quindi qualora si decidesse di eliminare la carne, queste sarebbero comunque da integrare attraverso altri alimenti, aumentando ad esempio la frequenza settimanale del pesce. Ancora una volta: è necessario che in questi casi il bambino sia seguito da un medico in questo regime alimentare.

C’è poi il problema dell’attività fisica, mentre oggi molti bambini vivono una vita sedentaria. Lei quale consiglia?
Diversi studi hanno confermato che per perdere peso un regime alimentare adatto deve accompagnarsi anche a un’adeguata e costante attività fisica. La prima regola però è che un bambino si deve divertire facendo sport, e per questo non consiglio la palestra, che è un ambiente che isola, ma piuttosto un’attività di gruppo che può percepire prima di tutto come un gioco. Qualsiasi sport va bene, l’importante è che sia costante nel tempo e che non sia una costrizione. L’attività fisica deve anzitutto entrare a far parte dello stile di vita del bambino.

@CristinaDaRold

Leggi anche: Paleodieta: cosa dice la scienza

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.