CRONACA

I tempi del vaccino

Mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità innalza il livello d’allerta pandemia da quattro a cinque i Centers for Desease Control americani dichiarano che il vaccino per l’influenza suina non sarà incluso nel normale vaccino stagionale per l’influenza

Con l’aumentare dei casi confermati di influenza H1N1, l’organizzazione Mondale della Sanità (OMS) ha annunciato che il livello d’allerta pandemia è stato spostato da 4 a 5, un solo passo dal dichiarare l’influenza suina una pandemia globale.

Mentre il direttore generale dell’OMS, Margareth Chan, ha dichiarato che “tutte le nazioni dovrebbero attivare il loro piani di gestione della pandemia,” in tutto il mondo le organizzazioni sanitarie e gli istituti di ricerca si stanno attivando per cercare un vaccino.

Negli Stati Uniti i Centers for Desease Control (CDC) hanno dichiarato che non sarà possibile includere il vaccino anti influenza suina in quello stagionale per l’influenza, che sarà disponibile a partire dal prossimo agosto.

Il vaccino antinfluenzale annuale è infatti in fase avanzata di produzione, mentre per quello contro l’H1N1 i tempi sono ancora relativamente dilatati. I CDC stanno lavorando per isolare dei campioni dal ceppo influenzale – delle proteine caratteristiche del virus – che passeranno poi alle case farmaceutiche. Non appena queste aziende avranno fatto le opportune modifiche ai loro processi di produzione, che di solito prendono un paio di settimane, svilupperanno un vaccino “pilota” che poi, negli Stati Uniti, verrà testato dai National Institutes of Health, per determinare quanto antigene deve essere contenuto in ogni dose e la sicurezza del prodotto.

Un altro motivo per cui questo vaccino non sarà incluso in quello stagionale è che probabilmente, visto che si tratta di una malattia completamente nuova, saranno necessarie due dosi. Questo complicherebbe la somministrazione del vaccino tradizionale che prevede una dose unica.

Non tutte le compagnie farmaceutiche stanno però aspettando i campioni del virus. Alcune aziende infatti si sono già attivate basandosi sulle informazioni depositate nel database Global Initiative on Sharing Avian Influenza Data (GISAID), lanciato nel 2006 per incoraggiare il libero scambio di informazioni per rispondere, allora, alla diffusione mondiale nell’influenza aviaria H5N1.

Mentre si aspettano i passi necessari per la produzione del vaccino, molte case farmaceutiche hanno nel frattempo ampliato la produzione di medicinali antivirali e velocizzato le fasi di test di alcuni nuovi farmaci.

Ma cosa significa alzare il livello di allerta pandemico dalla fase 4 alla fase 5? Lo abbiamo chiesto a Walter Pasini, esperto di sanità internazionale e direttore di Global Earth. Ascolta l’intervista

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.