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Bussole viventi

Formica migratrice (crediti: April Nobile)Le formiche migratrici del Sud America raccolgono nanoparticelle di materiale magnetico dal terreno e le usano per orientarsi, come hanno scoperto al Centro Brasiliano per la Ricerca in Fisica di Rio de Janeiro

Rassegnamoci, una delle più importanti invenzioni nella storia dell’uomo, la bussola, non è un prodotto originale della nostra specie. Uccelli, bovini e molte specie di insetto l’hanno addirittura incorporata alla loro fisiologia. Come per esempio le formiche migratrici delle foreste del Sud America, vere bussole viventi. In un articolo apparso sulla rivista Journal of the Royal Society Interface un team di scienziati brasiliani spiegano, almeno parzialmente, il meccanismo grazie al quale questi insetti rendono le loro antenne simili a un ago magnetico.

La Pachycondyla marginata è una specie di formica che una volta all’anno durante la stagione secca invernale intraprende una migrazione spostandosi con un angolo di circa 13° rispetto all’asse magnetico nord-sud. In base a osservazioni sul comportamento delle formiche gli scienziati hanno ipotizzato che questi animali portano sulle antenne un “recettore magnetico”, ma fino ad ora non c’erano indizi su come il materiale magnetico venisse incorporato in questi organi.

Grazie all’ausilio di microscopio tradizionali ed elettronici a trasmissione, Jandira Ferreira de Oliveira e colleghi del Centro Brasiliano per la Ricerca in Fisica di Rio de Janeiro hanno osservato che le formiche raccolgono dei granelli sottilissimi di ossido di ferro e cristalli di silicato di alluminio dal terreno e li incorporano nelle giunture delle antenne. I ricercatori hanno poi sviluppato un modello teorico della sensibilità magnetica di questi organi stabilendo che la quantità di materiale magnetico raccolto è sufficiente a spiegare il sesto senso migratorio delle formiche.

Secondo Ferreira de Oliveira il prossimo passo nella ricerca sarà quello di stabilire quale delle tre giunture sulle antenne è il luogo preciso del recettore e capire come questi sensori sono collegati al sistema nervoso dell’insetto.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.