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Moonbit: la sismica al servizio dell’esplorazione planetaria

carotaggio (crediti: Piero Corubolo)Una metodologia usata nelle perforazioni petrolifere cambia faccia e viene applicata all’esplorazione lunare. Flavio Poletto, responsabile del gruppo SERE dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale, OGS, di Trieste, ci spiega le applicazioni alla ricerca lunare di Seisbit, una metodologia sismica usata durante la perforazione di pozzi che serve a ottenere un’immagine degli strati inferiori del suolo. Battezzata Moonbit, questa tecnologia potrà essere impiegata per osservare il sottosuolo lunare durante le previste perforazioni che verranno condotte fino alla profondità di tre metri per ottenere dati minerari – anche per cercare tracce di elio 3, una possibile fonte energetica del futuro – e per la costruzione di basi operative. E dopo la Luna, Moonbit un giorno potrebbe anche partire per Marte

Ascolta l’intervista di OggiScienza a Flavio Poletto

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.