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La musica della mente

Al Trinity College si ascolta il cervello per capire la schizofrenia

L’idea è abbastanza semplice, ma potrebbe rivelarsi una piccola rivoluzione nelle neuroscienze: anziché limitarsi a guardare le visualizzazioni del cervello – tac, risonanza magnetica, pet… – si potrebbe anche ascoltarle. Come riporta il NewScientist, Dan Loyd, filosofo del Trinity College, nel Connecticut, ha ideato un sistema ingegnoso per ascoltare l’attività delle aree cerebrali.
Il software ha delle analogie con i programmi di musica generativa che si basano sulle immagini – come il famoso Koan, utilizzato anche da Brian Eno – . Il sistema di Loyd infatti traduce in suono le immagini fMRI (risonanza magnetica funzionale) del cervello: prima vengono identificate le regioni che si attivano in sincrono, poi viene assegnata una frequenza sonora a ciascuno di questi raggruppamenti. Il software successivamente crea della musica basandosi sulle aree attive, con un volume che corrisponde all’intensità di attivazione di ciascuna regione.

L’uso del suono (in alternativa alle immagini) per codificare l’attività cerebrale ha dei vantaggi: il nostro orecchio infatti è in grado di cogliere delle regolarità temporali che il nostro occhio non riesce a percepire – o percepisce in maniera diversa – e ci permette quindi di isolare delle componenti del segnale che restano altrimenti non osservabili.

Loyd ha messo a confronto la musica prodotta dal cervello di persone affette da schizofrenia con quello di altre che non evidenziavano questo disturbo. I due tipi di pattern musicale sono chiaramente distinguibili, come lo sono anche quelli di persone “normali” in stato di attività o di riposo. Il metodo dunque potrebbe essere un valido ausilio per la diagnosi di disturbi psichici e più in generale nella ricerca in neuroscienze, soprattutto per l’analisi temporale dell’attività cerebrale.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.