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Buone notizie dall’ozono

crediti Diego Loyola, DLR
crediti Diego Loyola, DLR

I dati di oltre dieci anni di osservazioni satellitari sono stati raccolti per realizzare una mappa a lungo termine dell’ozono presente globalmente nell’atmosfera. Risulta un lieve aumento di circa l’1% ogni dieci anni a partire dal 1997.

Lo strato di ozono, un gas formato da tre atomi di ossigeno, si trova a circa 25 chilometri sopra la superficie terrestre e ci protegge, come una specie di filtro, dai raggi ultravioletti nocivi provenienti dal Sole. Se questo strato si assottiglia, come è avvenuto negli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, la protezione svanisce con conseguenze negative per la vita marina e per la salute umana: aumentano i rischi di cancro alla pelle e di cataratta. L’assottigliamento dello strato di ozono è causato da attività umane, in particolare dall’immissione nell’atmosfera di gas contenenti cloro e bromo che spezzano i legami delle molecole di ozono, creando così il famoso buco dell’ozono.
Il Protocollo di Montreal del 1987 ha imposto delle restrizioni all’uso di sostanze che contengono bromo e cloro, e ora cominciano a vedersi i risultati.
Un gruppo di scienziati coordinati da Ashley Jones e Jo Urban dell’Università svedese di Chalmers ha combinato i dati degli strumenti americani SBUV, SAGE I+II e HALOE con i dati degli strumenti a bordo di satelliti europei GOME, SCIAMANCHY, OSIRIS, SMR e GOME 2 presi dal 1979 fino a oggi.
Risulta che l’ozono è diminuito fino al 1997, per poi aumentare lievemente dall0 8,8% all’1,4% fino al 2008.Questo aumento è ancora molto piccolo per poter tirare un sospiro di sollievo e dovremo aspettare di vedere un recupero più significativo per poter affermare che lo strato di ozono sia di nuovo sufficiente a proteggerci dagli UV nocivi.
Contestualmente al lieve aumento di ozono è stato anche osservato una diminuzione del monossido di bromo (BrO) che si forma in presenza di bromo nell’atmosfera, sottraendo ossigeno alla molecola di ozono. L’osservazione è stata effettuata da François Hendrick e colleghi del Belgian Institute for Space Aeronomy (BIRA/IASB).
Questi dati sono stati presentati alla Conferenza sull’atmosfera dell’European Space Agency (ESA) che si è tenuta a Barcellona dal 7 all’11 settembre.

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