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Il prototipo di ChembotPresentato il primo prototipo di robot “morbido” che riesce a muoversi su terreni accidentati e a infilarsi nei pertugi più stretti

Per ora si tratta solo di modelli preliminari ma i robot “chimici” o chembot, come li chiamano gli scienziati che li hanno progettati hanno in serbo grosse sorprese. Si tratta di sistemi robotici completamente morbidi, in grado di effettuare movimenti simili a quelli biologici, privi della rigidità meccanica di tutti gli altri robot conosciuti fino ad ora. Un prototipo di robot chimico è stato presentato la scorsa settimana alla IEEE/RSJ International Conference on Intelligent Robots and Systems da un gruppo di ricercatori dell’Università di Chicago e della iRobot, una compagnia privata fondata negli anni Ottanta da due scienziati del MIT di Boston.

Costituiti principalmente da un involucro di silicone e gomma si basano sul principio del  jamming una tecnica che permette alle diverse porzioni del corpo del robot, passando da uno stato quasi liquido a uno solido, di gonfiarsi e  sgonfiarsi selettivamente in maniera dinamica. Attraverso questo meccanismo il robot può rotolare su una superficie e strizzarsi riducendo notevolmente le sue dimensioni.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.