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Il misterioso mimetismo del ragno

Crediti: ClifBCade un’ipotesi diffusa sulle ragioni sul mimetismo cromatico del ragno-granchio


Il ragno-granchio dei fiori (Misumena Vatia), cambia colore a seconda del fiore su cui è posato ma non lo fa per nascondersi. Lo dicono alcuni ricercatori dell’Università di Friburgo in Svizzera, che hanno osservato il ragnetto in condizioni naturali, monitorando il suo successo nella caccia e nel celarsi a sua volta ai predatori.

La scoperta pubbicata sulla rivista Proceedings of the Royal Society B mette in dubbio quella che a lungo è stata una certezza per i biologi che ritenevano che il ragno, in grado di imitare le tinte accese delle corolle su cui si apposta, usasse questo stratagemma per migliorare il successo nella caccia, aumentando la probabilità di non essere scorto da una preda prima di aggredirla.

E invece pare che proprio non sia così: Rolf Brechbühl e colleghi hanno raccolto più di 2000 filmati in cui un insetto svolazzava sopra un fiore in cui era nascosto un ragno. Nelle diverse occasioni il ragno poteva essere del colore coordinato al fiore, oppure poteva avere una livrea completamente diversa. Secondo quanto osservato in queste due condizioni la quantità percentuale (e la qualità nutritiva) degli insetti catturati non variava minimamente.
Brechbühl inoltre, anche se sottolinea che lo studio si è focalizzato sul comportamento predatorio, sostiene che a giudicare dai filmati la protezione rispetto ai predatori dei ragni non pare maggiore per quelli mimetizzati

È chiaro che questo comportamento mimetico deve avere una qualche funzione adattiva ma, spiega Brechbühl, non è quella che troviamo su tutti i libri di testo di biologia. Quale sia questa funzione resta per ora un mistero: potrebbe essere legata alla riproduzione – solo le femmine mature infatti hanno capacità mimetiche – oppure una difesa, o un vantaggio predatorio, vestigiale e cioè riferito a prede o predatori che non attaccano più il ragno oggi.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.