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Successo per l’impatto

Ricostruzione dell'impatto di LCROSS (crediti NASA)La missione LCROSS svela la presenza di acqua sul suolo lunare


CRONACA – Fra le attività preferite dell’essere umano c’è quella di cercare l’acqua. È probabilmente scritto nel nostro DNA, vista l’importanza di questa sostanza per la nostra sopravvivenza, ma da qualche tempo la ricerca del liquido vitale si è spostata addirittura su altri pianeti. Nello specifico questa volta si tratta della Luna. Circa un mese fa la NASA ha fatto schiantare nel cratere Cabeus, al Polo Sud lunare in una zona perennemente all’ombra il satellite LCROSS e un modulo esausto di razzo, allo scopo di alzare una nuvola di detriti abbastanza in alto perché potesse essere illuminata dalla luce solare e registrare i dati così raccolti. Inizialmente la missione sembrava aver avuto scarso successo perché la nuvola sembrava troppo modesta per fornire dati sufficenti, invece a un mese di distanza la NASA conferma: i detriti sono andati in alto abbastanza e i dati confermano la presenza di acqua sulla Luna.

Le analisi spettroscopiche hanno dimostrato che almeno l’1% del materiale sollevato contiene acqua e probabilmente altre molecole come idrocarburi e mercurio, CO2, diossido di zolfo e metano. La scoperta è importante per due motivi: in primo luogo, il cratere dell’impatto ha una temperatura costante di circa  di -185°C, questo significa che l’acqua in esso contenuta potrebbe avere origini antichissime. Questi crateri sono un po’ come “la soffitta polverosa del Sistema Solare,” secondo la definizione di Michael Wargo responsabile della ricerca lunare ai quartieri generali della NASA, e potrebbero aiutare a  capire se l’acqua presente sulla Luna arriva dall’interno del pianeta o dagli impatti con altri corpi celesti come le comete. Il secondo motivo per cui la presenza di acqua sul nostro satellite è così importante è che potrebbe servire ai futuri astronauti. Da un lato infatti potrebbe essere usata per le necessità idriche di future basi lunari abitate da esseri umani, dall’altro come fonte di idrogeno da utilizzare come combustibile per le astronavi.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.