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I primi cinque di Kepler

Annunciata la scoperta di cinque esopianeti giganti da parte del nuovo telescopio spaziale della Nasa.

CRONACA – Non fosse che è in orbita dalle parti della costellazione del Cigno, nella Via Lattea, verrebbe quasi da dare la classica “pacca sulla spalla” a Kepler, il telescopio della Nasa lanciato lo scorso marzo alla ricerca di pianeti al di fuori del Sistema Solare. Con la scoperta di cinque nuovi esopianeti, annunciata ieri a Washington nel corso di una riunione dell’American Astronomy Society, infatti, il telescopio mostra di aver cominciato alla grande la propria missione. E lascia ben sperare nella possibilità di scoprire in un futuro molto vicino anche pianeti extrasolari simili alla Terra .

Dal 1995, quando è stato identificato il primo esopianeta, la ricerca di “gemelli” lontani della Terra si è fatta quasi frenetica, perché si pensa che possa essere più facile individuare proprio in pianeti con caratteristiche simili al nostro forme di vita extraterrestre. Finora, tuttavia, sono stati identificati soprattutto pianeti simili a Giove o a Nettuno: giganti gassosi molto caldi. E così è anche per le cinque new entry di Kepler, che hanno una temperatura stimata di circa 1200-1600°C: molto più alta di quella della lava fusa, per intenderci.

Alla Nasa, comunque, la soddisfazione è grande: “Le scoperte effettuate indicano che gli strumenti scientifici di Kepler funzionano bene: ci aspettiamo presto altre ottime notizie”, ha dichiarato William Borucky, responsabile della missione. “Nel frattempo, queste osservazioni ci permettono di ottenere informazioni indirette su come il nostro sistema planetario si è formato, evolvendo da dischi di gas e polveri che hanno dato origine a stelle e pianeti”.

E anche se non sono gemelli della Terra, i cinque esopianeti di Kepler sono tutt’altro che “ordinari”. Kepler 4-b, per esempio, è un pianeta grande una volta e mezzo Giove, ma con una densità insolitamente bassa, pari a un decimo di quella di Giove, al punto che gli esperti l’hanno paragonata alla densità del polistirene.

Il telescopio, inoltre, ha scovato anche due oggetti “misteriosi”, troppo caldi per essere pianeti, ma troppo piccoli per essere stelle. Secondo quanto riferito in un articolo riportato dal New York Times, potrebbe trattarsi di pianeti neonati (che hanno in genere temperature molto elevate), oppure di nane bianche che si stanno “restringendo”.

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Valentina Murelli
Giornalista scientifica, science writer, editor freelance