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Grilli, C02 e bufale blu

IL PARCO DELLE BUFALE – Beppe Grillo ha preso una ruminante per un’informazione e pazienza. Ma su Astronomia.com scrivono “scienziati” che dovrebbero distinguerle a occhio nudo. Invece all’inizio dell’anno un’erbivora baldanzosa viene annunciata come “Una notizia bomba”. Sotto il titolo, tradotto insieme al resto dall’inglese “bombshell” s’apprende che per un complotto dei media, siamo stati tenuti all’oscuro della scoperta di un professore dell’università di Bristol: negli ultimi 150 anni, e in particolare negli ultimi 50, non si è riscontrata alcuna variazione della quantità di CO2 presente in atmosfera.

Ah sì?

Ah, no. Sulle Geophysical Review Letters di novembre il professore di Bristol non dice affatto che la nostra CO2 atmosferica è rimasta invariata da 150 anni. Dai suoi calcoli ne resta sempre il 43% e quindi la capacità dell’ecosistema terrestre e marino di assorbire le nostre emissioni non diminuisce. Però dai calcoli di Corinne Le Quéré et al. pubblicati in contemporanea su Nature Geosciences quella percentuale sarebbe in rialzo, ma di così poco da essere “statisticamente insignificante” quindi servono ulteriori ricerche.
Guarda caso, la pensa così anche Wolfgang Knorr, il professore di Bristol.

Vincenzo Zappalà torna sul tema il 5 gennaio, ammette di aver capito male e infila una perla via l’altra. In conclusione, fonda il proprio scetticismo su Richard Lindzen “esperto e indiscusso” solo per lui, e l’Oregon Institute for Science and Medicine e l’Heartland Institute che stanno alla scienza come Astra all’astronomia (con la minuscola).

A dispetto del Disinformatico – detto Buffalo Bill per la mira infallibile – Astronomia.com ha inaugurato il festival 2010 delle castronerie e non il Corriere della Sera (una r), inciampato il 4 gennaio nella “luna blu” già derisa nel lontano 1999 da un nostro dirimpettaio

Morale
Il cacciatore di bufale è come la casalinga: il suo lavoro non è mai finito.

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