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Quella paura chiamata bodyscanner

Si anima il dibattito sui possibili rischi dell’esposizione ai campi elettromagnetici prodotti dai macchinari per la sicurezza negli aeroporti. Ma gli esperti rassicurano

CRONACA – I bodyscanner, i macchinari che anche in Italia si vorrebbe istallare negli aeroporti per “mettere a nudo” i passeggeri in partenza e potenziare le misure antiterrorismo, sono davvero innocui? Le aziende produttrici giurano di sì. Idem il Tsa, l’organismo statunitense che si occupa della sicurezza nei trasporti: i livelli di radiazioni necessari per “scannerizzare” i viaggiatori all’imbarco – garantisce – sono così irrilevanti da non provocare danni alla salute. Non la pensa invece così il ministro della Salute Ferruccio Fazio secondo cui “non si possono escludere, almeno in via teorica, possibili effetti da parte delle radiazioni ionizzanti, in particolare per donne in gravidanza, bambini o viaggiatori frequenti”.

Così, i dispositivi che dovrebbero farci sentire più sicuri di volare –  eliminando la spiacevole eventualità di viaggiare in compagnia di un malintenzionato che nasconde sotto i vestiti armi o esplosivi – stanno paradossalmente generando nuove paure, come quella di aumentare il rischio di tumori. Siamo davvero condannati a scegliere il male minore?  Facciamo chiarezza.

“Esistono due tipi di body scanner: uno utilizza le microonde, più precisamente onde millimetriche ad alta frequenza, simili a quelle dei telefoni cellulari; l’altro impiega i raggi X, a potenze estremamente più deboli rispetto a quelli delle radiografie”, precisa Paolo Vecchia, presidente della Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti. “Nel primo caso si tratta di radiazioni non ionizzanti, ovvero di onde elettromagnetiche che non hanno la capacità di modificare la materia, nel secondo caso di radiazioni ionizzanti che al contrario possono alterare la struttura atomica. In linea teorica, solo i bodyscanner del secondo tipo generano qualche preoccupazione”, continua Vecchia. “Mentre non sono state trovate evidenze che i campi elettromagnetici non ionizzanti, come quelli emessi da cellulari, televisori e elettrodomestici, siano dannosi per la salute, è ampiamente documentato che i raggi X siano cancerogeni. Tuttavia, i macchinari degli aeroporti utilizzano onde a bassissima potenza, di 10 microRem per passaggio, mille volte inferiori a una radiografia al torace, con la tecnologia ‘backscatter’: in pratica le radiazioni non hanno l’energia sufficiente per attraversare il corpo umano, come avviene quando si fa una lastra, bensì ‘rimbalzano’ e si diffondono all’indietro”.

Secondo il presidente della Società italiana di radiologia medica (Sirm) Alfredo Siani, “la quantità di raggi X assorbiti equivale a quella che un passeggero riceve in due ore di volo transoceanico in alta quota a causa dei raggi cosmici, mentre l’esposizione alle microonde durante il controllo di sicurezza è assimilabile alle radiazioni emesse da un cellulare durante una telefonata di un quarto d’ora”.

Il Consiglio nazionale per la protezione dalle radiazioni e misure (Mcrp) statunitense ha calcolato che un passeggero dovrebbe passare attraverso 2.500 body scanner in un anno per raggiungere quello che viene classificato come una ‘trascurabile dose individuale’ di radiazioni. Anche l’American College of Radiology (Acr) avalla questa conclusione, aggiungendo che non vi sono prove che ciascuna delle due tecnologie usate dai body scanner possa causare effetti biologici significativi sui passeggeri.

In ogni caso per tutelare il più possibile i viaggiatori il ministero della Salute ha annunciato di voler avviare una verifica per quantificare eventuali rischi, soprattutto legati a chi viaggia frequentemente, alle donne in dolce attesa e ai bambini e altre categorie a rischio, come i pazienti sottoposti a chemio e radioterapia o che hanno effettuato numerose Tac per motivi di salute. “In queste persone-  dice Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di oncologia medica dell’Istituto nazionale tumori di Aviano – anche una piccola quantità di radiazioni potrebbe comportare conseguenze sanitarie importanti con un incremento del rischio di tumori”.

Resta aperto il problema dell’ individuazione delle capsule esplosive ingerite o degli ovuli nascosti nel corpo. Per queste sostanze, potrebbe essere necessario alzare la posta: utilizzare una quantità di radiazioni più elevata e quindi potenzialmente più pericolosa.

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