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Quanto manca alla mezzanotte del mondo

Grande attesa per l’annuncio del Bulletin of Atomic Scientists. Oggi alle 16.00 ora italiana le lancette del “Doomsday Clock”, l’orologio simbolico che indica il pericolo di una catastrofe nucleare, vengono spostate. Avanti o indietro?

CRONACA – Fino a oggi erano ferme alle 11.55. Meno cinque minuti virtuali alla catastrofe nucleare. Il 14 febbraio 2010, per la diciannovesima volta in 63 anni, le lancette del “Doomsday Clock”, l’Orologio dell’apocalisse, vengono spostate avanti o indietro dall’autorevole consiglio direttivo del Bulletin of Atomic Scientists, il gruppo fondato dai fisici pentiti del progetto Manhattan all’indomani delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki. L’orologio è l’indicatore più famoso del pericolo di una guerra nucleare, che esploderebbe allo scoccare della mezzanotte. Più le lancette si avvicinano alle ore 12.00 più la catastrofe si fa imminente. Tre anni fa, l’ultima volta che l’orologio del “giorno del giudizio” è stato aggiornato, gli scienziati hanno portato avanti le lancette di due minuti, a indicare che l’allarme di una guerra atomica era più vicino. E il mondo di oggi è un posto più o meno sicuro dove vivere? È possibile scoprirlo in diretta, seguendo l’annuncio al sito  http://www.TurnBackTheClock.org

Il momento più critico nella storia è stato il 1953, quando le lancette hanno sfiorato di due minuti la mezzanotte dell’umanità, all’epoca dei primi test Usa/Urss della bomba H. Ma probabilmente sarebbero arrivate a segnare pochi secondi dall’ora X durante la crisi missilistica di Cuba, quando per un pelo venne scongiurato il conflitto nucleare. Semplicemente, non vi fu il tempo materiale per aggiornare il “Doomsday Clock” dato che la crisi durò 13 giorni e venne resa pubblica il nono. Altro picco critico è stato raggiunto nel 1984, per la corsa agli armamenti scatenata da Ronald Reagan. Il 1991 è invece l’anno più pacifico dalla fine della seconda guerra mondiale: le lancette indicavano ben 17 minuti dalla mezzanotte. Era l’epoca della caduta del Muro, di Gorbaciov e della fine della guerra fredda. Da allora, il rischio nucleare è tornato pian piano a crescere.

Gli ottimisti sperano oggi in una marcia indietro, in virtù degli appelli di Obama per il disarmo nucleare, un fatto assolutamente inedito per un presidente degli Stati Uniti. Ma ci sono parecchie ragioni anche per temere un avanzamento verso il peggio: le crescenti tensioni tra Pakistan e India, l’instabilità della Corea del Nord, le provocazioni dell’Iran, la polveriera del Medio Oriente. Come dichiarano gli scienziati del Bulletin, tra i fattori che sono stati presi in considerazione per la decisione finale, ci sono “i negoziati sulla non proliferazione nucleare, l’espansione degli armamenti, la possibilità del terrorismo nucleare e i cambiamenti climatici”.

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