ESTERI

Biodiversità: un premio per gli anfibi

La rana Scaphiophryne gottlebei del Madagascar (foto di Franco Andreone)

ESTERI – Venerdì a New York, lo zoologo Franco Andreone del Museo regionale di storia naturale, a Torino, e il biologo malgascio Herilala Randriamahazo, della Wildlife Conservation Society, hanno ricevuto il Sabin Award, il premio che ricompensa la conservazione degli anfibi a rischio di estinzione in qualunque parte del mondo. Loro due lavorano nel Madagascar afflitto dalla povertà e dal malgoverno, e sede di una biodiversità stravagante dai lemuri alle palme, dai camaleonti alle rane che sono tante e coloratissime. Con i finanziamenti di Conservation International e della fondazione Mohammed bin Zayed, Andreone e Riandriamahazo sono riusciti non solo a scoprire nuove specie e a proteggerle, ma anche a formare ricercatori, guardie e guide naturalistiche, insomma a creare posti di lavoro legati al turismo intelligente. Pensano di continuare anche quest’anno.

Dal colpo di stato del marzo scorso però, turisti non ce ne sono più. Fuori dalla capitale c’è l’anarchia e le riserve sono saccheggiate da contrabbandieri di legname pregiato, ben organizzati con moto-seghe, camion e navi da carico in attesa lungo la costa. E siccome il cambiamento climatico colpisce dove fa più male, anche questa estate australe è caldissima, le temperature minime non calano sotto i 33-35° C e manca l’acqua. “In tanti sono vissuti senza amore, nessuno senza acqua,” scriveva il poeta Wynstan Auden in First Things First. È vero per gli umani come per gli anfibi.

Ma il Sabin Award è un’occasione per festeggiare, non per piangere e – guarda caso – c’è una canzone adatta. Scritta e interpretata dall’erpetologo malgascio Augustin Sarovy e dal suo gruppo, è intitolata Saogongongo, dal verso di una stupenda rana del Madagascar, iscritta all’albo come Dyscophus antongili e detta “pomodoro” per ovvi motivi.

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