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India: no alle melanzane OGM

Troppe voci contrarie e la pressante richiesta di una valutazione indipendente della sicurezza del prodotto: così, il ministero indiano per l’ambiente e le foreste ha fissato una moratoria sul rilascio della prima verdura trangenica, la melanzana Bt-brinjan.

CUCINA – “Visto che non c’è consenso tra gli scienziati, che c’è una forte opposizione da parte degli stati (indiani) consultati, che organizzazioni della società civile ed eminenti scienziati hanno sollevato dubbi ai quali non è stata data una risposta soddisfacente, che l’opinione pubblica è contraria, che la melanzana Bt-brinjal sarebbe il primo vegetale geneticamente modificato a essere introdotto al mondo e che non c’è alcuna urgenza di introdurlo proprio qui, è mio dovere essere cauto e imporre una moratoria sul suo rilascio”. Con queste parole, Jairam Ramesh, ministro per l’ambiente e le foreste dell’India, ha bloccato, almeno temporaneamente, la possibilità di coltivare e commercializzare, nel suo paese, le melanzane Bt-brinjal, contenenti un gene del batterio Bacillus thuringensis in grado di conferire resistenza ad alcuni parassiti .

La dichiarazione è contenuta in un documento ufficiale rilasciato ieri in cui Ramesh rende conto di tutti i passaggi effettuati per arrivare alla sua decisione, a partire dalla richiesta fatta lo scorso ottobre dal Genetic Engineering Approval Committee indiano (Geac, comitato per l’approvazione dei prodotti di ingegneria genetica). Il Geac aveva sostanzialmente approvato la nuova varietà di melanzana, ma allo stesso tempo, considerata la rilevanza nazionale della questione, aveva lasciato al governo l’ultima parola. Il governo aveva quindi deciso di rendere pubblico il rapporto sulla Bt-brinjal prodotto dal Geac, in modo che tutti i soggetti interessati (scienziati, cittadini, politici) potessero prenderne visione e commentare.

Da ottobre a dicembre, Ramesh ha incontrato capi di alcuni stati federali indiani, ricercatori, rappresentanti della società civile, agricoltori. Il quadro emerso è apparso sostanzialmente negativo rispetto alla possibilità di introdurre le nuove melanzane, nonostante alcuni vantaggi che ne deriverebbero. Si stima, per esempio, che le Bt-brinjal potrebbero ridurre significativamente (fino al 40%) le perdite di raccolto dovute a infestazioni parassitarie. Del resto, a questo proposito c’è il precedente positivo di un altro raccolto modificato con il gene batterico della resistenza ai parassiti: il cotone. Grazie alla sua introduzione, l’India è diventata il secondo produttore mondiale di cotone.

Ma quali sono gli aspetti critici per le melanzane? Intanto, c’è la questione della sicurezza alimentare, visto che si tratta di una verdura molto diffusa in diverse zone dell’India. Le Bt-brinjal sono davvero sicure da un punto di vista alimentare, anche considerando – dicono i critici –  che sono ricche di sostanze potenzialmente tossiche, i cui livelli potrebbero essere alterati dall’introduzione di un gene estraneo? Non da meno il tema della sicurezza ambientale. In India esistono 2000 varietà di melanzane: come preservare questa varietà a fronte del rischio di contaminazione da parte della Bt? I test effettuati finora non convincono alcuni esperti (e l’opinione pubblica), anche perché sono stati tutti realizzati dalla ditta produttrice.

Soprattutto, però, sembra esserci un problema di “sovranità”. La nuova varietà è stata sviluppata da un’azienda biotech indiana, la Mayhco, che però è controllata dalla multinazionale Monsanto. E c’è chi teme che la big company, attraverso questa mossa, possa arrivare a controllare il mercato alimentare indiano. Non è un caso che nel suo documento Ramesh richiami la politica cinese, ricordando come il cotone Bt cinese (a differenza di quello indiano) sia stato sviluppato interamente “in casa” e come la Cina (sempre a differenza dell’India) abbia una forte politica di sostegno pubblico alla ricerca biotecnologica.

Alla fine, Ramesh ha deciso di prendere tempo: il tempo necessario per svolgere – in maniera indipendente – tutti i test che possano aiutare a stabilire la reale sicurezza della melanzana della discordia. E intanto il Geac cambia nome e diventa Genetic Engineering Appraisal Committee: comitato per la valutazione dei prodotti di ingegneria genetica.

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Valentina Murelli
Giornalista scientifica, science writer, editor freelance