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Un bagno caldo per i fiordi della Groenlandia

Alcuni cambiamenti nella circolazione oceanica, con l’arrivo di una corrente subtropicale, accelerano lo scioglimento dei ghiacci groenlandesi.

IL CORRIERE DELLA SERRA – Prima i fatti: negli ultimi dieci anni, la calotta di ghiaccio della Groenlandia ha perso parte della propria massa e lo ha fatto con una velocità crescente. Attualmente, questi scioglimenti contribuiscono per circa mezzo millimetro all’innalzamento globale medio del livello del mare che si registra ogni anno; nel complesso, però, c’è lassù abbastanza ghiaccio da far crescere il livello del mare di 7 metri. E ora le spiegazioni: perché i ghiacciai groenlandesi si sciolgono? Finora è stato chiamato in causa come responsabile soprattutto il riscaldamento dell’atmosfera, ma in gioco sembrano esserci anche alcune variazioni nelle correnti oceaniche che lambiscono la “Terra verde” .

Alcuni scienziati ci pensavano già da un po’: l’idea era quella di un aumento delle acque subtropicali, più calde, trasportate dalla circolazione oceanica fino all’Atlantico del Nord. Mancavano però le prove, ora identificate da un gruppo di ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institution, guidato dall’oceanografa italiana Fiamma Straneo.

Nell’estate e nell’autunno 2008, i ricercatori hanno condotto due campagne di raccolta di dati oceanografici nelle acque del fiordo Sermilik, nella Groenlandia orientale, dove il ghiacciaio Helheim (che negli ultimi anni si è drasticamente ritirato) arriva a lambire il mar di Irminger. Altri dati sono stati raccolti con l’aiuto di 19 foche, alle quali è stato applicato un rivelatore di temperatura collegato a un satellite che rimandava le informazioni raccolte ai computer di Straneo e colleghi.

Risultato: a luglio e settembre i ricercatori hanno trovato le acque del fiordo relativamente calde (con temperature di 3-4 °C); in più, hanno osservato al suo interno una circolazione molto più vigorosa dell’atteso. Due fattori che promuovono lo scioglimento dei ghiacci che arrivano a lambire le acque del mare. “I nostri dati indicano la presenza  nel fiordo di acque subtropicali, che vengono continuamente rimpiazzate – attraverso uno scambio promosso dai particolari venti presenti sulla costa – da acque calde circostanti il fiordo stesso”, scrivono i ricercatori su Nature Geosciences.


Di fatto, questo significa che lo scioglimento dei ghiacci groenlandesi è guidato da una combinazione di fattori non solo atmosferici, ma anche oceanici. I modelli climatici utilizzati finora per realizzare scenari sul clima del futuro non ne hanno mai tenuto conto: probabilmente ora cominceranno a farlo.

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Valentina Murelli
Giornalista scientifica, science writer, editor freelance