CRONACA

Tempeste solari … dal proprio desktop

Tempesta solare a Gullbringusysla, in Islanda il 25 marzo 2009 (orvaratli)

Un altro progetto scientifico partecipativo: questa volta per contribuire a identificare le tempeste solari che possono arrivare sulla Terra.

NOTIZIE – A novembre, il team di Galaxy Zoo aveva invitato tutti i navigatori a contribuire a un progetto collaborativo di classificazione di galassie.
Ora è il turno delle tempeste solari. Ispirati al successo del progetto sulle galassie, ora gli scienziati chiedono la collaborazione di volontari per studiare le tempeste solari: ogni tanto la superficie del Sole emette nello spazio milioni di tonnellate di materia con enormi e spettacolari getti, che arrivano a lambire i pianeti interni del Sistema solare influenzandone i fenomeni locali. In linguaggio tecnico queste tempeste si chiamano coronal mass ejection CME.
C’è una branca dell’astronomia spaziale che studia proprio la meteorologia spaziale: piogge di particelle, vento solare e tempeste magnetiche, e altri fenomeni avvengono abbastanza frequentemente nello spazio vicino alla Terra. A volte sono così forti da danneggiare satelliti in orbita, reti elettriche, sistemi di telecomunicazioni terrestri e spaziali, i GPS, mettere in pericolo la vita degli astronauti e influire sulla nostra vita di ogni giorno.
Per avere un’idea degli effetti, di straordinario impatto estetico, guardate questo slideshow (orvaratli).

Ognuno di noi può contribuire e diventare, nel suo piccolo, un meteorologo spaziale guardando gli spettacolari video ripresi dal satellite Stereo della NASA. Attraverso il sito di Solar Stormwatch, si possono individuare le tempeste solari e seguirle nel loro sviluppo verso la Terra. E con l’aiuto di tanti volontari — più sono meglio è, naturalmente — gli scienziati potranno comprendere meglio questi fenomeni potenzialmente pericolosi e fare delle previsioni affidabili sul loro arrivo sulla Terra.

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