AMBIENTE

Animali nella rete

La due-settimane di convention CITES, in corso di svolgimento, non sembra andare molto bene, e ora si punta il dito contro le minacce via web.

Secondo i partecipanti alla Convention sul commercio internazionale delle specie in pericolo della flora e della fauna (CITES), Internet rappresenta una delle più grandi minacce per gli animali in via di estinzione. Non è mai stato così facile, infatti, vendere e comprare qualsiasi cosa, purtroppo anche cuccioli di leone e pellicce di orso polare, utilizzando siti web e chat.

Il problema è emerso durante la convention che dagli anni Sessanta riunisce i governi del mondo (attualmente arrivati a 175) per stipulare accordi internazionali in favore dell’ambiente, e che quest’anno si svolge a Doha, in Qatar.

Come ha dichiarato Paul Todd, dell’International Fund for Animal Welfare, all’agenzia Associated Press Paul Todd, “Internet sta diventando il fattore dominante sia nel commercio globale che nella protezione degli animali”. Sempre secondo Todd, migliaia di specie in pericolo sono regolarmente commercializzate sul web, e sia i venditori che i compratori traggono beneficio dall’anonimato che il mercato virtuale offre. Questo rende il problema difficile da combattere ed è praticamente impossibile stimare con esattezza il giro d’affari. Gli Stati Uniti risultano essere il mercato più grande, ma anche l’Europa, la Cina, la Russia e l’Australia sono coinvolti pesantemente.

“È facile avere la tentazione di considerare Internet come la radice di tutti i mali, ma è innegabile che sia sfruttato da organizzazioni criminali”, ha dichiarato John Sellar, che si occupa di controllo del commercio illegale di questo tipo. D’altro canto, durante il convegno si è evidenziato come proprio attraverso Internet bisognerebbe cercare di combattere la compravendita, sviluppando attività investigative e di intelligence adeguate. Oltre alla lotta al commercio illegale, una delle maggiori sfide è riuscire a trovare dei modi per certificare e legittimare quello legale, così da evitare ogni dubbio ai consumatori, da tempo abituati a ordinare e pagare online.

Finora, durante il meeting sono state avanzate molte proposte per salvaguardare le specie in pericolo; uno dei temi più dibattuti è stato quello del commercio d’avorio, ma trova ancora l’opposizione dura di alcuni governi.

Domenica scorsa i delegati hanno votato per bandire definitivamente il commercio internazionale di una rara salamandra iraniana, il Tritone imperatore (Neurergus kaiseri), che, secondo le stime del Wwf è ormai decimato dal commercio internazionale.

Tuttavia i molti dei tentativi per bandire il commercio di orsi polari e del tonno rosso orientale sono tutti falliti. Anche la proposta degli statunitensi e svedesi di regolare il commercio di corallo rosso e rosa (utilizzati nella creazione di costosi gioielli) è naufragata, nonostante milioni di esemplari vengano immessi sul mercato ogni anno, devastando i fondali. Secondo gli Stati Uniti, dal 1980 il loro numero è diminuito tra il 60 e l’80 percento, con ripercussioni disastrose sugli equilibri biologici.

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