POLITICA

Il nucleare? Non nel mio mandato

La maggior parte dei candidati alle elezioni regionali del 27 e 28 marzo si dichiara contrario all’ipotesi di realizzare centrali nel proprio territorio. In caso di vittoria, il governo dovrebbe convincere almeno 5 aspiranti governatori del Pdl

POLITICA – Il governo Berlusconi ha promesso di procedere a passo marciato verso la costruzione di nuove centrali nucleari nel nostro paese. La prima pietra, secondo il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, verrà posata entro il 2013 e nel 2020 dovremmo già iniziare a utilizzare l’energia elettrica prodotta dalla fissione dell’atomo. Un tema così importante avrebbe dovuto essere una priorità nel dibattito politico per le Regionali del 27 e 28 marzo. Invece, è passato quasi in sordina in questa caotica compagna elettorale che volge al termine. La sensazione è che si sia preferito mantenere toni bassi su una questione ancora controversa per i cittadini (che tendono a dirsi contrari soprattutto quando l’ipotetica centrale dovrebbe sorgere vicino casa), evitando la dispersione dei voti. All’indomani delle votazioni, c’è da scommetterci, il nucleare tornerà alla ribalta.

Non sarà, comunque, una passeggiata. La maggior parte degli aspiranti governatori si dichiara contrario all’ipotesi di realizzare centrali nel proprio territorio. Legambiente ricorda che sono 15 le Regioni che si sono schierate contro la Legge Sviluppo che rilancia il nucleare in Italia, affermando che non approveranno nessuna centrale nei loro territori. Undici (Basilicata, Calabria, Emilia Romagna, Umbria Lazio, Puglia, Liguria, Marche, Piemonte, Molise e Toscana) hanno impugnato la legge per incostituzionalità e aspettano l’udienza calendarizzata per il mese di giugno.

Gli stessi candidati di Pdl e Lega, se in linea di principio d’accordo con il rilancio nucleare voluto dalla maggioranza parlamentare, sembrano cauti, quando non direttamente ostili alla costruzione di centrali nelle loro regioni. Secondo un sondaggio del Wwf , in caso di vittoria il Presidente del Consiglio dovrebbe convincere cinque candidati governatori del PDL che non vogliono centrali o comunque siti nucleari nel proprio territorio: Pagliuca (Basilicata),  Formigoni (Lombardia),  Polverini (Lazio), Palese (Puglia), Zaia (Veneto). L’opzione antinucleare è nettamente prevalente nell’Udc, che in 6 Regioni (Basilicata, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia e Veneto) si esprime per il “no” anche quando i suoi candidati corrono da soli. L’Udc dice invece Sì in Calabria e Campania, insieme al PDL, e in Lombardia dove Pezzotta corre da solo.

“Le dichiarazioni sul nucleare sono prese di posizione chiare e inequivocabili assunte di fronte agli elettori, che costituiranno una base per la scelta del proprio candidato e cui, quindi, occorre tener fede”, commenta il presidente del Wwf Italia, Stefano Leoni. “In assenza di una Strategia energetica nazionale (è da dicembre che, ai sensi di legge, dovrebbe essere pronta), il Governo ha scelto di eludere, anche ad ultimo con il decreto sulla localizzazione degli impianti, i poteri concorrenti delle Regioni in materia energetica e di governo del territorio”.

Staremo a vedere come andrà a finire, dopo il voto.

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