CRONACA

Dove finisce la materia mancante

Sculptor Wall (NASA/CXC/M.Weiss; Spectrum: NASA/CXC/Univ. of California Irvine/T. Fang et al.)

Usando i dati dei satelliti Chandra e Newton gli astronomi hanno rivelato un grande reservoir di gas intergalattico, caldo e diffuso, che potrebbe spiegare la materia mancante nell’Universo.

NOTIZIE -Non stiamo parlando di materia oscura, quella forma di materia invisibile e ancora abbastanza misteriosa che rappresenta circa il 25 percento della massa dell’Universo, ma di particelle, protoni, neutroni ecc., materia normale, insomma, ma che per qualche motivo rimane nascosta.

Secondo le stime degli scienziati finora è stata vista solo circa la metà di tutta la materia normale che si è formata durante i primi miliardi di anni di vita dell’Universo. Dove è finito il resto?

Questa recente ricerca, condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Irvine, del MIT di Cambridge (Massachusetts) e degli Osservatori astronomici di Trieste, Roma, Milano e Brera, confermerebbe l’idea che la materia mancante si trovi in un’immensa rete di gas caldo che si estende per tutto l’Universo: il cosidetto Warm-Hot Intergalactic Medium. Lo chiameremo WHIM d’ora in poi.

Non è facile osservare WHIM perché è molto diffuso e, dato che sta un po’ dappertutto, si confonde con il resto dei segnali provenienti da altri oggetti cosmici.

I ricercatori hanno esaminato i raggi X emessi dal buco nero supermassiccio che si trova oltre l’ammasso di galassie della Chioma a circa 2 miliardi di anni luce, chiamato Active Galactic Nucleus (AGN)… come vedete l’astrofisica è piena di sigle un po’ criptiche… Sulla traiettoria di osservazione si trova, a circa 400 milioni di anni luce, lo Sculptor Wall, un’enorme struttura composta da migliaia di galassie che potrebbe rappresentare un ricco bacino di WHIM.

I raggi X emessi dal buco nero centrale della Galassia attraversano lo Sculptur Wall, e qui verrebbero parzialmente assorbiti in una quantità prevista da simulazioni teoriche.

Usando i dati del satellite Chandra e del satellite Newton, i ricercatori hanno osservato un assorbimento in accordo con quanto era stato previsto dalla simulazione, e coerente con la distanza e la temperatura e la densità che dovrebbe avere WHIM. Concludono, inoltre, che sembra probabile che WHIM si trovi anche in altre strutture a grande scala dell’Universo.

I precedenti risultati relativi a presunte osservazioni di WHIM composto da gas caldo erano stati contestati perché ottenuti utilizzando i dati di un unico strumento e senza una validità statistica significativa. Questo studio combina le osservazioni di due strumenti e si basa fra l’altro sulla distanza dello Sculptor Wall che è stata determinata in modo indipendente. Tutto ciò avvolara la conclusione proposta dagli scienziati dell’esistenza di questa diffusa rete di gas caldo che, essendo tenue ma molto estesa, conterrebbe effettivamente la materia mancante.

La ricerda è stata pubblicata sul numero del 10 maggio 2010 della rivista The Astrophysical Journal.

Condividi su