SALUTE

Medicina sui generis

Ascolta l’intervista integrale di Oggi Scienza a Letizia Gabaglio

SALUTE – Uomini e donne non sono uguali. Anche quando si tratta di salute. Lei si ammala di più di alcune malattie (emicrania, artrite reumatoide, Alzheimer, ulcera gastrica, depressione, obesità sembrano avere una predilezione per il sesso femminile). Lui di altre (cefalea a grappolo, Parkinson, autismo, ulcera duodenale, cirrosi epatica).

La stessa malattia si può presentare con sintomi diversi (per fare un esempio l’angina pectoris, il preludio di un infarto, si manifesta nel maschio con un forte dolore costrittivo al petto che si irradia alla spalla e al braccio sinistro, mentre le donne avvertono tipicamente un dolore alla bocca dello stomaco, con vomito, nausea, affaticamento e dolore alle braccia, e raramente riconoscono il segnale pericolo imminente). Persino i fattori di rischio variano (a parità di sigarette fumate, le donne hanno una probabilità maggiore di sviluppare tumore al polmone). I farmaci non sortiscono gli stessi effetti e l’esito delle cure può essere molto variabile.

A lungo tutto questo è stato semplicemente ignorato dalla medicina, costruita essenzialmente sul paradigma del “giovane adulto, maschio e bianco”. Le donne sono state per lo più escluse dalle sperimentazioni cliniche dei farmaci: per la paura di gravidanze durante il trial, con il rischio di malformazioni per il feto, e per la maggiore variabilità ormonale fisiologica che rende più complessa l’analisi statistica dei dati. Ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato. Sulla scena si affaccia una nuova branca della medicina, la “medicina di genere” che va alla ricerca delle differenze per imparare a superarle. Ne parliamo con Letizia Gabaglio, giornalista scientifica di Galileo e autrice con Elisa Manacorda, direttore di Galileo, di “Fattore X. Il primo libro sulla medicina di genere scritto dalle donne e pensato per le donne” (Castelvecchi).

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