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Big Pharma e l’emergenza H1N1

CRONACA – Un rapporto shock rivela che tre esperti dell’OMS che hanno redatto le linee guida per la pandemia influenzale (per fortuna mai verificatasi) erano sul libro paga delle multinazionali del farmaco

È una vicenda grave e a tinte fosche che mette in crisi l’intera credibilità dell’OMS (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), quella che emerge dalle pagine del quotidiano britannico The Guardian, che ha pubblicato i risultati di un’indagine realizzata dal British Medical Journal e dal Bureau of Investigative Journalism (un’unità investigativa non profit).

Vi ricordate lo spettro di una pandemia influenzale, che ha fatto riempire i magazzini di mezzo mondo di casse contenenti tonnellate di vaccini contro il virus H1N1? Non è stata psicosi collettiva (o almeno, non solo), i governi hanno seguito le linee guida dettate dall’OMS nel 2004. Piccolo particolare: sono state redatte da tre scienziati che avevano avuto precedenti rapporti d’affari con le multinazionali farmaceutiche Roche e GlaxoSmithKline (GSK), che producono rispettivamente il Tamiflu e il Relenza, vaccini antivirali acquistati in grandi quantità da moltissime nazioni, inclusa l’Italia.

Fred Hayden, Karl Nicholson e Arnold Monto. Questi i nomi degli esperti pagati dalle case farmaceutiche che hanno consigliato urgentemente alle amministrazioni governative di provvedere allo stoccaggio dei medicinali per far fronte all’eventuale influenza pandemica. Il Consiglio d’Europa ha denunciato tutto ciò in un rapporto, che evidenzia il fortissimo potere aziendale nelle scelte in materia sanitaria.

Dalle indagini emerge che Fred Hayden era stato precedentemente pagato dalla Roche per conferenze e lavori di consulenza, azienda che aveva sponsorizzato, tra l’altro, uno studio nel quale si affermava che il Tamiflu avrebbe ridotto del 60% le ospedalizzazioni per l’influenza; tra gli autori figura lo stesso Hayden.

Arnold Monto, autore del documento allegato dell’OMS relativo all’uso del vaccino in caso di pandemie, ha dichiarato apertamente il supporto finanziario della Roche e GSK tra il 2000 e il 2004,

Nel 2003 anche Karl Nicholson fu pagato dalle stesse aziende, stando alle dichiarazioni rilasciate al British Medical Journal e a Lancet.

Nessuna dichiarazione di conflitto d’interessi però venne inclusa nelle relative pubblicazioni dell’OMS.

Sette miliardi di dollari: è la cifra stimata dagli analisti che le compagnie farmaceutiche avrebbero incassato dalla vendita dei medicinali, i cui scatoloni si stanno impolverando nei magazzini. Ora molti governi, come quello inglese, stanno avviando indagini per capire quanto la spesa per l’acquisto abbia pesato sui contribuenti, ma la questione non è legata solo alle risorse sprecate: è in ballo la fiducia nella trasparenza e affidabilità nell’OMS, un’organizzazione su cui fare affidamento in caso di emergenze pandemiche  ma anche per le linee guida da seguire rispetto alle ordinarie politiche sanitarie.

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