CRONACA

Cosa calma le staminali

Scoperto un fattore che impedisce alle cellule staminali di proliferare nel cervello, ritardando così gli effetti dell’invecchiamento

NOTIZIE – Nel cervello esiste un serbaotoio di cellule staminali che servono a far nascere nuovi neuroni quando ce n’è bisogno. Per la maggior parte del tempo queste cellule restano in stato quiescente, impedendo così l’esaurimento della riserva e l’invecchiamento precoce. Un team di ricercatori del Salk Institute di La Jolla in California, ha individuato un fattore che controlla l’attivazione delle staminali cerebrali, che potrebbe essere collegato anche agli effetti benefici dell’esercizio fisico contro l’invecchiamento cerebrale.

Studi precedenti avevano dimostrato che le staminali cerebrali quiescenti esprimono il recettore indicato con la sigla A1 per una proteina nota come fattore osseo morfogenetico (BMP). Fred Gage e colleghi hanno analizzato a fondo il ruolo di questa proteina in una zona del cervello nota come ippocampo, importante per la memoria e uno dei due siti del cervello dove ha luogo la neurogenesi, e cioè la formazione di nuovi neruoni. Gli scienziati hanno osservato che il ruolo “segnaletico “ della proteina, che si innesca con l’interazione fra la proteina e il suo recettore, è inattivo nella maggior parte delle cellule che sono in piena proliferazione, mentre è attivo in quelle che sono in fase di riposo.

Ulteriori osservazioni in vitro hanno confermato l’effetto anti-proliferativo della BMP, che si invertiva quando la BMP veniva sostituita con un altra proteina nota col nome di Noggin, che rende inerte la BMP.

La proliferazione eccessiva delle cellule neurali può innanzitutto provocare tumori, ma tende anche a esaurire il “serbatoio” di staminali cerebrali, come è stato dimostrato anche sperimentalmente da Gage e colleghi, portando a un rapido invecchiamento (e diminuzione di volume dell’ippocampo) del tessuto nervoso.

La BMP, con la sua azione modulatrice, è fondamentale per la longevità del sistema nervoso e ora Gage sta indagando l’effetto dell’esercizio fisico sulla proteina. É infatti noto che l’esercizio  fisico tende  ad ammorbidire gli effetti dell’invecchiamento, ostacolando per esempio la diminuzione in numero dei neuroni ippocampali. Gage intende comprendere quali siano i meccanismi molecolari di questo effetto anti-età. La ricerca di Gage e colleghi è stata pubblicata sulla rivista Cell Stem Cell.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.