ECONOMIA

Parchi “inutili”?

La manovra finanziaria si abbatte anche su parchi e riserve naturali: -50% di fondi per quest’anno. Come andrà a finire?

CRISI – Nuovo giro di vite sui finanziamenti agli enti pubblici. Questa volta a farne le spese saranno, è notizia della scorsa settimana, i Parchi Nazionali. Siamo forse di fronte a un ennesimo episodio della vicenda “enti inutili”?

I parchi Nazionali (nel nostro paese e altrove) sono un patrimonio inestimabile non solo per la tutela del territorio (ricordiamo che l’Italia è fra i paesi europei a più alto tasso di cementificazione) e della biodiversità (circa il 50% delle specie europee, animali e vegetali, è nel nostro paese). I parchi sono anche fondamentali nel gestire il rapporto con il tessuto agricolo soprattutto nei settori di alta qualità, giocano un ruolo strategico nella tutela della tradizione agricola e nel rapporto con le popolazioni che vivono delle risorse del territorio locale, agricoltori, allevatori, ma anche nelle aree costiere, pescatori. I parchi sono inoltre attori centrali nell’educazione ambientale dei più giovani.

Per tutti questi motivi è importante preservarli e garantire la continuità del loro lavoro. OggiScienza ha raggiunto telefonicamente Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi, per capire qual è la situazione e cosa rischiano i parchi e le riserve naturali del nostro territorio.

Giampiero Sammuri, come avete reagito quando avete saputo dei tagli?

A dire il vero, tecnicamente la cosa è più strana. Non c’è un taglio diretto del 50% ai parchi, ma i parchi sono stati ricompresi all’interno di un meccanismo che taglia del 50% i finanziamenti ad alcuni enti derivanti dallo stato. In realtà il taglio al ministero dell’ambiente, come a tutti i ministeri, è del 10%. È soltanto questa interpretazione che fa rientrare i parchi all’interno di questo meccanismo, che fa sì che se non verrà modificata i parchi verranno tagliati del 50%.

E voi come avete reagito?

Abbiamo presentato un emendamento chiedendo che fosse chiarito che i parchi erano esclusi da questa norma perché era abbastanza assurdo, nel senso che si tagliano i fondi al ministero del 10%, e questo, va bene, potrà avere una ripercussione anche sui parchi, di identica natura però, e non certo del 50% anche perché questa percentuale significa che alcuni parchi verranno chiusi, perché in molte realtà il 50% non basta a pagare il personale e le spese di luce, nettezza urbana… cioè proprio il funzionamento ordinario.

La mossa del Governo appare particolarmente strana anche se pensiamo che i parchi sono una risorsa fondamentale per il turismo nel nostro paese e quindi anche un’eventuale appetibile fonte di guadagno. Qualcuno ha commentato che la manovra potrebbe aprire le porte ai privati nella gestione dei parchi. Le cosa ne pensa?

Sinceramente che nei parchi possa trovare spazio anche apporto di capitale privato non lo vedo male. La cosa chiara è che la gestione, se si intendono le scelte che si fanno all’interno di un parco, non può che essere pubblica, come è in tutte le parti del mondo, dall’Australia, al Nord America, il Sud America, l’Asia… Poi che ci siano degli apporti dai privati, nel senso che anche i privati cittadini si paghino il biglietto d’ingresso, come già succede in diversi parchi d’Italia, che ci siano delle sponsorizzazioni e delle attività, anche attraverso defiscalizzazione, questa è una cosa che può andare bene. Fermo restando che ovviamente la gestione e il controllo non può che essere pubblico

Quali saranno le ripercussioni sulla gestione dei parchi?

Sarebbero devastanti. Un taglio del 50% non è nemmeno un taglio, è molto molto di più. Non è una riduzione di finanziamenti, alcuni parchi ovviamente chiuderebbero. Non sarebbero nemmeno in grado di pagare il personale, perché molti dipendenti hanno dei contratti a tempo indeterminato che i parchi non sarebbero in grado di garantire.

Quali sono le azioni future di Federparchi nei riguardi della manovra?

Noi siamo cercando di spiegare a tutti gli effetti della manovra. Il ministero dell’ambiente con il ministro Prestigiacomo in primis è convinto che dobbiamo lavorare per superare questa situazione. Speriamo di riuscire ad arrivare a una conclusione… E peraltro questa norma non farebbe risparmiare niente a nessuno, semplicemente impedirebbe al ministero dell’ambiente di spendere 25 milioni per i parchi, ma non è che il ministero dell’ambiente li risparmierebbe. Rimarrebbero nel suo bilancio e li spenderebbe per un’altra cosa. Ecco perché la norma a nostro giudizio è da correggere.

Pensa che succederà come con l’allarme “enti inutili” delle settimane scorse, almeno in parte rientrato?

Io per quanto riguarda i parchi lo spero. Anche perché certamente i parchi non sono “inutili”. In tutto il mondo esistono e sono gestiti da enti. Non mi pare che siano da annoverare fra le realtà inutili. Poi se c’è bisogno di stringere ulteriormente la cinghia e di razionalizzare su questo noi siamo disponibili.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.