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Newton non si è sbagliato

IL PARCO DELLE BUFALE – Secondo Repubblica il padre della fisica avrebbe preso una bufala con la sua famosa legge di gravità: “Newton si è sbagliato la gravità non esiste” il titolo dell’articolo di Federico Rampini. L’autore cita fra virgolette una presunta dichiarazione del fisico teorico olandese Erik Verlinde, peccato però che l’espressione “Newton si è sbagliato” non sia mai stata pronunciata. L’articolo di Rampini è semplicemente un rimaneggiamento travisato dell’intervista a Verlinde comparsa il 12 Luglio sul New York Times . Ovviamente, Verlinde si guarda bene dal dire che l’inventore della legge di gravitazione universale si sia sbagliato, al contrario si mostra orgoglioso di “poter dire qualcosa di nuovo sulle leggi di Newton.” Cioè una loro nuova interpretazione.

A cosa si riferisce l’affermazione, quella sì pronunciata da Verlinde, che “la gravità non esiste”? Facciamo un piccolo passo indietro. Se vuoi capire il moto di una mela che ti cade in testa, le leggi di Newton sono perfettamente valide, così come sono valide per descrivere la traiettoria di un aeroplano. Ma un secolo fa Einstein scoprì che le legge di Newton sono solo un’approssimazione, valida per descrivere oggetti che vanno piano rispetto alla velocità della luce. Per descrivere oggetti super-veloci, il fisico austriaco inventò la teoria della relatività generale, che contiene la legge di Newton come caso particolare.

Dunque, Newton non si era sbagliato, la sua teoria è perfettamente valida per descrivere il comportamento degli oggetti con velocità tipiche per il diciassettesimo secolo. Ma non è più valida per descrivere gli effetti gravitazionali della luce o la fisica dei buchi neri.

Quello che suggerisce Verlinde, come spiegato nella sua intervista pubblicata da OS, è un cambiamento di paradigma rispetto alla fisica teorica degli ultimi decenni. Dopo la conferma del Modello Standard delle particelle negli anni Settanta, i fisici hanno cercato inutilmente di arrivare alla teoria unificata di tutte le interazioni fondamentali, che includa anche la gravità come, appunto, forza fondamentale.

Secondo Verlinde questo approccio è sbagliato. Come intravisto da Bekenstein, Hawking e Jacobson, la gravità ha un’origine termodinamica ed è legata all’entropia di un sistema. È la forza emergente, a distanze grandi rispetto alla scala di Planck, del comportamento di piccoli mattoncini fondamentali, per ora sconosciuti. Proprio come la pressione di un gas contenuto in un palloncino non è una forza fondamentale della natura, ma semplicemente la media macroscopica del moto caotico delle singole particelle di gas.

E siccome la teoria della gravità descrive lo spazio e il tempo, questo nuovo approccio ci porta a concludere che spazio e tempo non sono oggetti fondamentali, ma emergono soltanto a distanze grandi rispetto alla scala di Planck. Saltando qualche passaggio logico, la morale della storia è che la realtà come la intendiamo non è un oggetto fondamentale, ma al contrario il mondo è un ologramma.

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