CRONACA

Un archivio mondiale per il clima

I meteorologi di tutto il mondo, riuniti a Exeter in questi giorni, vogliono creare un archivio dei dati meteo di tutto il pianeta, globale e aperto a tutti.


NOTIZIE – Da quando risulta evidente che il clima sta cambiando a livello globale, gli esperti discutono sul modo migliore per realizzare un archivio aperto a partire dai dati grezzi acquisiti con gli strumenti più diversi.

Oggi questa trasparenza dei dati è diventata un’esigenza imprescindibile dopo il caso delle famose email sfuggite al Climatic Research Unit dell’Università dell’East Anglia in Gran Bretagna, che ha alimentato tante polemiche e della convinzione (infondata) di alcuni che tutta questa storia del riscaldamento sia una montatura di scienziati cattivi.

Polemiche e montature a parte, su una cosa tutti gli scienziati sono d’accordo:  il mondo si è riscaldato di circa 0,75 °C dall’inizio del ventesimo secolo, più in dettaglio ci sono tre stime affidabili e leggermente diverse che dicono che la temperature è aumentata di 0,80, 0,74 e 0,78 °C dal 1901 al 2009. Queste conclusioni sono state ottenute riunendo dati indipendenti prelevati in tutte le zone del pianeta, e pur essendo stati presi con tecniche diverse forniscono tutti in modo inequivocabile lo stesso risultato. Combinati con i dati sull’alzamento del livello dei mari e sullo scioglimento dei ghiacci producono un quadro completo della trasformazione del clima globale.

Tutto ciò non basta ancora per capire a fondo il problema e per poter stabilire delle strategie di intervento. Infatti, malgrado i dati meteo siano sempre più accurati e comprensivi, ci sono ancora dei buchi nelle temperature terrestri. Capita che in alcuni casi le temperature non siano proprio state misurate e quindi i dati non esistano, in altri casi invece esistono i dati grezzi ma non sono stati digitalizzati e quindi non sono accessibili. Le ragioni di queste mancanze possono essere molteplici: dalla semplice impossibilità per carenze organizzative o di personale a motivi politici o economici. In alcuni paesi, per esempio,  i servizi meteorologici sopravvivono vendendo i dati e ovviamente non sono propensi a renderli pubblici gratuitamente perché questo taglierebbe loro i mezzi di sostentamento.

Inoltre molte cose, trasporti, consumi energetici, servizi sociali ecc., dipendono non solo dal clima globale medio ma dalle variazioni locali che a volte possono anche andare in controtendenza.

Servono quindi dati precisi, puntuali, affidabili, accessibili, comprensibili a tutti. Una proposta è stata fatta dal Servizio meteo britannico, altre idee implicano una collaborazione dal basso, di tutti gli utenti internet, che potranno contribuire mandando i loro dati attraverso un progetto collaborativo un po’ sulla falsariga di quello che è stato fatto per SETI@home or Galaxy Zoo.

Per chi volesse approfondire, può leggere l’articolo su Nature, How best to log local temperarure? Di Peter A. Stott del Met Office Hadley Centre (UK) e Peter W. Thorne del Cooperative Institute for Climate and Satellites (USA).

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