SALUTE

Attenti a quell’uovo

Ascolta l’audio dell’intervista ad Antonia Ricci.

Quanto è sicuro il cibo che acquistiamo al supermercato? Dobbiamo temere anche noi l’arrivo di un’epidemia di salmonellosi come è accaduto lo scorso agosto negli Stati Uniti?

SALUTE – Gli allarmismi dei media riguardo a epidemie e infezioni non sono certo una novità per chi legge i quotidiani e ascolta i telegiornali ogni giorno. Il dilagare dell’influenza, mozzarelle blu o il contagio di centinaia di animali fanno sempre notizia sulle prime pagine.

Quest’estate si è parlato della salmonellosi negli Stati Uniti (non proprio in prima pagina), dove più di 1300 americani sono stati colpiti dalla salmonella per aver ingerito cibi infetti e centinaia di migliaia di uova sono state ritirate dal mercato. Poche settimane fa invece è stato il turno dei molluschi del Golfo di Trieste, che dopo aver percorso 500 chilometri ed essere arrivati a Torino hanno causato il ricovero di 150 persone per tossinfezione alimentare.

Sono i soliti allarmismi o dobbiamo interrogarci se il cibo che troviamo sugli scaffali del supermercato o nelle pescherie è davvero sicuro? Negli Stati Uniti si è detto che la salmonellosi ha colpito le galline ovaripare perchè la Food and Drug Administration non obbliga gli allevatori a vaccinare gli animali degli allevamenti, mentre fortunatamente in Europa e in Italia ciò non accade. Nonostante le campagne di vaccinazione e i controlli, ogni anno in Europa però si registrano circa 150mila persone infettate.

Una comunicazione efficace è necessaria per evitare che i consumatori vengano colpiti dalla salmonella: una corretta educazione alimentare e una spesa più consapevole possono infatti salvarci da questo bacillo. Ce lo spiega Antonia Ricci, responsabile del Centro di referenza nazionale per le salmonellosi, presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che è stato istituito con un decreto del ministero della Sanità nel 1999.

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