CRONACA

Terremoto: ennesimo falso allarme

Non si è verificato il terremoto che un neonato gruppo italo-russo aveva previsto in un’ampia zona dell’Italia meridionale nel periodo 9-15 novembre 2010.

NOTIZIA – Un terremoto di magnitudo 5,5-6 avrebbe dovuto verificarsi in una zona di 150 chilometri di raggio intorno a Foggia, raggiungendo zone del Molise, Campania, Basilicata, Abruzzo, Calabria oltre che della Puglia (qui il testo della previsione). L’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia che ha tra i suoi compiti anche quello di  allertare le autorità in caso di possibili emergenze, aveva avvisato il Dipartimento di Protezione Civile, ma per fortuna non è capitato niente: nemmeno la più piccola scossa (la zona è illustrata nella figura). Non è la prima volta che questo gruppo, che fa capo a Leonid Doda e al quale hanno aderito ricercatori italiani e russi tra cui Giampaolo Giuliani, rende pubbliche delle ipotetiche previsioni di terremoti senza che poi questi si verifichino. Recentemente, un altro terremoto di magnitudo 6,2 avrebbe dovuto verificarsi in settembre sempre in Puglia. Oggi invece sarebbe la volta del Piemonte: un grande terremoto dovrebbe verificarsi in Valle Po in provincia di Cuneo.

La comunicazione che questi allarmi sono falsi arriva direttamente dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, in particolare da Alessandro Amato e Giulio Selvaggi del Centro Nazionale Terremoti, che ci spiegano che queste previsioni si basano su dei confronti di serie di osservazioni atmosferiche e sulle emissioni di gas radon dal terreno. Purtroppo — diciamo “purtroppo” perché sarebbe bello avere un metodo per prevedere i terremoti! — è stato dimostrato da molti studi internazionali che le previsioni basate sul radon non sono attendibili.

Gli ipotetici terremoti previsti dal gruppo italo-russo interessano sempre zone estremamente ampie in un arco temporale piuttosto lungo: è ovvio che, continuando a fare previsioni di questo tipo su zone che sono effettivamente sismiche, prima o poi qualcuno ci azzecca. Non significa però che le previsioni del gruppo italo-russo basate sulle emissioni di radon abbiano un significato. È come prevedere sempre pioggia per il giorno dopo, indipendentemente dai dati meteo: qualche volta effettivamente piove!

I terremoti non si possono prevedere. Questo non significa che non si possa o non si debba fare niente. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia,  con i mezzi più moderni e decine di ricercatori, studia e osserva il territorio italiano per poterlo conoscere e lavorare al servizio della popolazione e delle istituzioni che devono provvedere alla protezione e alla messa a punto di piani in caso di emergenza. Le sue stazioni di monitoraggio e i suoi esperti, che tengono sotto controllo ogni punto del territorio italiano, sono operativi 24 ore su 24 tutti i giorni dell’anno. I progetti di ricerca, svolti a livello internazionale sotto il controllo della comunità scientifica in un clima di apertura e confronto, producono ogni anno maggiore conoscenza, che si va ad aggiungere ai dati storici che raccontano la storia dell’Italia sismica da centinaia di anni e che va ad aumentare le nostre possibilità di comprendere questi eventi naturali e proteggerci dai loro effetti devastanti.

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