CRONACA

Quante cose racconta un conodonte

NOTIZIE – Un fossile non è solo un fossile. Un fossile è uno strumento versatile per fare un sacco di cose. Con un fossile si può: datare la roccia in cui è contenuto, ricostruire la storia tettonica, la paleogeografia, la storia geologica, le caratteristiche dell’ambiente originario e persino la storia “termale” delle rocce. Proprio queste cose hanno fatto Rosario Rodríguez-Cañero e colleghi dell’Università di Granada, grazie al ritrovamento dei fossili più antichi mai scoperti nella cordigliera Betica (un sistema montuoso nella Spagna meridionale). Si tratta di numerosi frammenti di conodonti che risalgono al periodo Ordoviciano, fra 446 e 444 milioni di anni fa, trovati nei pressi di Ardales.

Analizzando a fondo i fossili e confrontandoli con altri di specie analoghe trovate in altre aree gli scienziati hanno capito che il Complesso Malaguide, dove sono i fossili, nel periodo Ordoviciano non si trovava con il resto della Penisola iIerica, (lungo il bordo del paleocontinente Gondwana): “si trovava invece a un  latitudine molto più vicina a quella delle Alpi” ha spiegato Rodríguez-Cañero.

I conodonti trovati non sono solo i più antichi della cordigliera Betica. Sono addirittura i più vecchi mai trovati nell’intero mediterraneo occidentale, da Gibilterra al sud dell’Italia. L’articolo è pubblicato sulla rivista Terra Nova

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.