CRONACA

Specie aliene: i satelliti per controllarle

Non stiamo naturalmente parlando di un’invasione di specie da altri pianeti, ma delle migliaia di organismi che vengono trasferiti dal loro habitat naturale con le navi, soprattutto nell’aqua di zavorra e che invadono altri ambienti spesso con effetti molto negativi.

NOTIZIE – Per ridurre il passaggio di specie da un ambiente all’altro i satelliti possono venire utilizzati per identificare e tenere sotto controllo quelle aree ritenute a richio perché frequentate da navi da carico dove vengono effettuati i ricambi dell’acqua di zavorra. Insieme all’acqua di zavorra, che viene fatta entrare attraverso apposite valvole in un compartimento dedicato, vengono ovviamente pescati anche organismi che vivono nell’acqua stessa. Quando l’acqua viene ricambiata, il contenuto viene versato in mare, inquinando quella zona con le specie provenienti da ambienti completamente diversi. Si calcola che 5 miliardi di tonnellate di acqua, contenenti una grande varietà di microrganismi, uova, larve e a volte organismi più grandi, vengano trasportati ogni anno in giro per i mari del mondo, causando danni alle altre specie e a volte introducendo organismi potenzialmente patogeni anche vicino alle coste.

Esiste una convenzione internazionale, che entrerà in vigore solo nel 2013, per il “controllo e la gestione delle acque di zavorra per la prevenzione dei potenziali effetti devastanti”. Per assistere gli sforzi che già oggi alcune organizzazioni mettono in atto per affrontare questo problema, l’Agenzia Spaziale Europea ha messo a disposizione dell’Agenzia marittima e idrografica tedesca i dati dei suoi satelliti, per un progetto pilota che ha lo scopo di stimare il rischio ambientale causato dalle acque di zavorra.

Il progetto si concentra sulle zone del Mare del Nord e del Mar Baltico e cerca di determinare la possibilità che una specie aliena abbia di sopravvivere in caso venga liberata insieme all’acqua di zavorra in un ambiente estraneo. Per calcolare il rischio, vengono utilizzati moltissimi parametri diversi, dalla temperatura superficiale del mare, al colore e alla trasparenza dell’acqua ottenuti dal satellite Envisat.

Il colore dell’acqua, per esempio, fornisce informazioni sul contenuto di alghe atraverso la concentrazione di clorofilla. Non solo: aree con un alto contenuto di alghe possono fornire nutrimento a molte delle specie introdotte, mentre acque molto chiare e trasparenti sono un indice di basso contenuto organico e quindi di una minore possibilità di sopravvivenza.

L’influenza della temperatura è banale: organismi abituati a vivere in acque calde si troveranno male se introdotti in acque molto più fredde e viceversa.

Le informazioni ottenute da questo progetto saranno utilizzate per indicare quali sono le zone di mare dove non è opportuno fare ricambio di acqua per limitare i danni dall’introduzione di specie aliene e, in generale, per mettere a punto delle strategie per la gestione dell’acqua di zavorra.

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