CRONACA

Ecosistema fossile

NOTIZIE – Una collina nel sudest della Cina nasconde un intero ecosistema marino risalente a 252 milioni di anni fa (ovviamente in forma fossile). La cosa notevole è che questo ecosistema risale al periodo subito successivo alla più grande estinzione di massa alla quale abbia assistito il nostro pianeta.

Fra i reperti: molluschi, ricci marini, artropodi e animali più grandi come pesci carnivori e antichissimi ittiosauri, rettili marini predatori, lunghi fino a 4 metri. E poi vegetali (anche una parte di una conifera) e interi pezzi di terreno fossilizzato.

L’estinzione avvenuta nel periodo permiano è stato un evento catastrofico senza pari: il 96% delle specie marine e il 70% di quelle terrestri sono svanite e ancora non se ne conoscono le cause con certezza. Secondo Michael Benton, paleontologo dell’Università di Bristol che ha studiato i reperti cinesi (i risultati sono pubblicati sui Proceedings of the Royal Society B) il motivo potrebbero essere i fenomeni eruttivi massicci e prolungati che hanno avuto luogo nell’attuale Siberia. Per quasi mezzo milione di anni si sarebbe riversata nell’aria una quantità spaventosa di gas. Questo gas avrebbe provocato un rapido aumento della temperatura globale, con la conseguente stagnazione degli oceani (le correnti si sarebbero improvvisamente interrotte). Sulla terra invece i gas avrebbero provocato piogge acide massicce, con l’azzeramento delle foreste.

Le poche creature viventi rimaste hanno resistito alle condizioni durissime, ripopolando successivamente il pianeta. Benton e colleghi hanno studiato i fossili cinesi per capire come la vita possa rifiorire dal collasso.

“Il tema del recupero dall’estinzione di massa interessa anche le preoccupazioni attuali sulla biodiversità e la conservazione. Perché certe specie si estinguono? Quali specie ritornano? Come si ricostruisce un ecosistema e quanto tempo ci vuole?” ha commentato lo scienziato. I fossili di Luoping (l’area in cui sono stati trovati) mostrano che i molti piccoli organismi alla base della catena alimentare ci hanno messo da due ai tre milioni di anni a ritornare. Una volta ristabiliti, sono potuti tornare anche gli animali che di essi si nutrivano (molluschi e bivalve) – le ammoniti a spirale sono tornate con una velocità sorprendente -. Solo molto più tardi, infine, sono arrivati i grandi predatori. La gran parte degli animali che sono tornati c’erano già prima, ma si è anche creata un possibilità per nuove specie. Gli  ittiosauri per esempio prima dell’estinzione non erano praticamente presenti, ma dopo hanno proliferato.

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.