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Donne troppo presto

CRONACA - I cuccioli di ratto che ricevono poche attenzioni da parte della mamma, che vengono accuditi, puliti e coccolati troppo poco nel periodo che segue la nascita, mostrano una strana reazione correlata non appena raggiungono l'età adulta: raggiungono la maturità sessuale prima dei loro coetanei che hanno ricevuto attenzione materna e copulano in maniera molto più indiscriminata. Le femmine di ratto, è stato già dimostrato, raggiungono prima la pubertà se la loro madre in gravidanza è stata tenuta in un certo regime di controllo calorico. Le femmine delle scimmie Macaca Mulatta che sono costrette a vivere una scarsa attenzione da parte della madre sviluppano un notevole interesse nei cuccioli in giovane età, il che generalmente porta ad una maternità precoce

Tempo di valutazione

POLITICA - Assessment Time è il titolo dell'editoriale di Nature sulla 'riforma Gelmini', che dopo plausi e critiche conclude: Gli italiani sono abituati a riforme che suonano bene, come il tentativo di migliorare i sistema dei concorsi, e che non riescono a cambiare la situazione (...) Ma questa legge ha una forte possibilità di renderla diversa e migliore. Per il suo successo è cruciale che il governo realizzi presto l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR). Dopotutto è stata fondata per legge nel febbraio scorso. Ora gli scienziati italiani devono vederla costruita in mattoni e cemento. Il sistema ha bisogno di più soldi, ma questi soldi vanno legati ai risultati. Un'ANVUR funzionante mostrerebbe che l'Italia ha avviato il proprio sistema universitario verso una riforma vera.

Io non ho paura

LA VOCE DEL MASTER - “Io non ho paura”. Più ancora che dalle labbra del giovane protagonista del celebre romanzo...

HIP 13044b: il pianeta alieno

LA VOCE DEL MASTER - Un sopravvissuto. Così potremmo definire HIP 13044b, il primo pianeta “alieno” non appartentente alla nostra Galassia, la Via Lattea. Il pianeta, insieme alla stella attorno alla quale orbita, sarebbe stato catturato durante un processo di cannibalismo galattico. Secondo questa teoria tra sei e nove miliardi di anni fa la Via Lattea avrebbe catturato stelle di un’altra galassia più piccola che le orbitava nelle vicinanze.

Esplorando il corpo umano. Con Google.

FUTURO - In molti forse ricorderanno la vecchia serie didattica a cartoni animati Siamo fatti così, dove la nostra fisiologia era raccontata attraverso semplici storie i cui protagonisti non erano altro che tipi cellulari adeguatamente antropomorfizzati. Ora, mettendo da parte i sentimentalismi, l'esplorazione amatoriale (e non) del corpo umano si fa seria, con una nuova applicazione sperimentale dei Google Labs che unisce interattività e modellazione tridimensionale.

Una nuova ipotesi sull’origine degli anelli di Saturno

LA VOCE DEL MASTER – Proposta una nuova ipotesi sulla formazione degli anelli di Saturno: che sia quella buona? Gli anelli sarebbero il frutto della distruzione di un grande satellite causata dalle immense forze mareali di Saturno. L'ipotesi è stata avanzata da Robin Canup, astrofisica del Southwest Research Institute di Boulder, Colorado, in un articolo pubblicato il qualche giorno fa su Nature. La proposta di Canup chiarirebbe anche alcuni punti finora oscuri sulla formazione delle lune di Saturno più interne e vicine al pianeta. Secondo Canup un satellite delle dimensioni di Titano (la più grande fra le lune di Saturno), costituito da un manto di ghiaccio e da un nucleo roccioso, si sarebbe “sbriciolato” per via delle forze mareali e gravitazionali di Saturno. Queste spinte gravitazionali avrebbero separato il ghiaccio più esterno dal centro roccioso del satellite. A causa dell'orbita a spirale che percorreva, infatti, il satellite si sarebbe avvicinato troppo alla superficie di Saturno, dando modo alle forze mareali di disintegrarlo. Mentre il nucleo roccioso probabilmente si schiantò sul pianeta, il mantello ghiacciato restò intorno al gigante gassoso, dando origine al sistema degli anelli, allora circa 1000 volte più grande di quanto non appaia oggi

In un mondo di Pizzly

AMBIENTE - Il primo ibrido lo hanno visto e catturato nel 2006 ed era un incrocio tra un orso polare e un grizzly, la sottospecie americana di orso bru no: l’animale aveva alcune macchie scure su una candida pelliccia bianca. Ora, imbalsamato, fa bella mostra di se a casa del cacciatore Jim Martell a Glenn Ferry. Lo hanno chiamato Pizzly, altri hanno proposto Prizzly, qualcun altro Grolar. La fantasia in questi casi non manca mai. Evidentemente frutto di un “incontro amoroso” tra due specie che, almeno in tempo storici, non si sono mai incontrate perché separate da una barriera naturale molto efficiente: i ghiacci artici. Dove l’orso polare è re incontrastato e dai quali i grizzly si tengono alla larga. I ghiacci nordici però si stanno riducendo stagione dopo stagione e questo costringe gli orsi polari a passare molto più tempo sulla terraferma e incontrare così i loro simili più scuri. Brendan Kelly del NOAA, autore della ricerca sui nuovi ibridi artici ed esperto zoologo, prevede che entro la fine del secolo il ghiaccio marino del Mar Glaciale Artico durante l'estate sarà del tutto assente. Con conseguenze pesanti sugli equilibri di questi ecosistemi.

La suina non è morta (ma forse non ci interessa più)

NOTIZIE - L’anno scorso in questo periodo eravamo in pieno delirio “influenza suina”. I media ci tartassavano, le scuole erano in subbuglio (ricordo una circolare del nido di mia figlia che chiedeva espressamente di firmare una lettere in cui i genitori si impegnavano a tenere a casa i figli al primo starnuto…) ma anche il Governo ci metteva del suo, spendendo milioni di euro per un vaccino rimasto sostanzialmente inutilizzato. E quest’anno? Il silenzio è assoluto, eppure… ... proprio ieri la Health Protection Agency (HPA) britannica ha diffuso il dato: nel Regno Unito da ottobre sono morte 27 persone di influenza, di cui 24 di suina (le altre tre di un altro ceppo). Si tratta di nove bambini e 18 adulti.

Ecosistema fossile

NOTIZIE - Una collina nel sudest della Cina nasconde un intero ecosistema marino risalente a 252 milioni di anni fa (ovviamente in forma fossile). La cosa più notevole è che questo ecosistema risale al periodo subito successivo alla più grande estinzione di massa alla quale abbia assistito il nostro pianeta. Fra i reperti: molluschi, ricci marini, artropodi e animali più grandi come pesci carnivori e antichissimi ittiosauri, rettili marini predatori, lunghi fino a 4 metri. E poi vegetali (anche una parte di una conifera) e interi pezzi di terreno fossilizzato.
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