COSTUME E SOCIETÀ

Capitan Ovvio: da oggi anche in versione peer-reviewed

Alla fine di ogni anno, anche la scienza tira le somme e le maggiori riviste, divulgative o meno, stabiliscono le loro classifiche. Livescience ha deciso di farne una un po’ particolare: una selezioni di studi che (ri)affermano cose ormai risapute, a volte ai limiti della banalità.

COSTUME – Ecco l’elenco secondo Jeanna Bryner e Wynne Parry

Metanfetamine e alcol sono controindicati in gravidanza.

Un paper svela che per le mamme sarebbe meglio non assumere metanfetamine durante la gravidanza, in particolar modo se a questo si accompagna l’assunzione di alcolici.

È molto probabile che questo stile di vita causi danni permanenti al cervello del nascituro. Purtroppo niente è abbastanza ovvio: gli autori sottolineano che negli Stati Uniti dei 16-17 milioni di Americani sopra i 12 anni che hanno usato metanfetamine, 19.000 erano ragazze incinte.

I ricercatori fanno però anche notare che i dati raccolti potrebbero servire a prevedere quali problemi comportamentali e di apprendimento si manifesteranno in quei bambini.

Lo studio è stato pubblicato a Marzo su The Journal of Neuroscience.

Bullismo: la fascia a rischio è quella dei ragazzi “impopolari”.

La motivazione è semplice, cioè che è meno probabile che vengano difesi dai loro compagni. Colpendoli, il bullo non solo non mette a rischio la propria popolarità (è anzi più probabile che aumenti) ma si mette anche al sicuro dalle ritorsioni. Nel mondo reale, ben di rado esistono quegli angeli custodi che affrontano il prepotente di turno dicendo:

<<perché non te la prendi con uno della tua stazza?>>

In realtà, è l’intera classe che con le sue dinamiche permette l’emergere del bullismo. Lo studio ha preso in esame ragazzi e ragazze di una scuola elementare ed è stato pubblicato su Child Development

Consumare Marijuana potrebbe fare di voi cattivi giocatori di poker.

Si “scopre” che l’erba ha effetti negativi sulla concentrazione, e questi sono proporzionali alla quantità assunta. Sottoposte al Wisconsin Card Sorting Test (WCST), delle cavie umane hanno dimostrato che sotto l’effetto della cannabis si fatica a mantenere la concentrazione.

Questi risultati sono stati presentati a novembre al meeting annuale della Society for Neuroscience.

Chi trova un amico trova un tesoro

Ci sono voluti tre anni di studio, ma alla fine una cosa è certa: i ragazzi senza amici sono si deprimono più facilmente di quelli che invece hanno almeno un amico vicino. Quindi i ragazzi più timidi ed emarginati dovrebbero averne uno. Lo studio, su un campione di 130 ragazze e 101 ragazzi, è stato pubblicato su Development and Psychopathology.

Uomini e donne sono diversi? Ce lo dice la rivista Sex Roles.

Su un campione di 150 ragazze e 71 ragazzi studenti di college, nel complesso sembra che entrambi i generi preferiscano effettuare la scelta del partner con una serie di appuntamenti, specialmente se alla ricerca di una relazione duratura. “Preferiscono” implica che c’è almeno un’altra opzione, cioè quella del sesso occasionale.

Ma diamo un’occhiata alle percentuali: fra quelli che preferiscono il normale corteggiamento a una serie di rapporti occasionali, ci sono molte più ragazze che ragazzi, per la precisione 41% vs 17%.

Specularmente, tra quelli che preferiscono la strategia da bar alle romanticherie, ci sono molti più uomini: 17% vs 2%.

Gli uomini di questo secondo gruppo, inoltre, affermano di avere comunque paura che la partner possa poi trascinarli in una relazione, mentre le donne hanno paura di affezionarsi troppo.

L’abstract dello “studio” Hook-up or Date: Which Gender Benefits? si può leggere qui.

Lo zapping nuoce gravemente alla linea.

Secondo l’American Journal of Epidemiology, cinque anni di studio su un totale di 744 adolescenti rivelano che i teenagers che passano troppo tempo davanti alla TV o al computer tendono a ingrassare: pare che questo sottragga ai ragazzi occasioni per fare salutare attività fisica. Il lavoro, pubblicato ad agosto, è Teens and Screens: The Influence of Screen Time on Adiposity in Adolescents.

Il segreto per dimagrire? Mangiare meno e fare più moto, parola della Scienza.

In realtà, di tutte le ricerche dell’elenco, questa sembra la più interessante. Da tempo in campo farmaceutico c’è molto interesse intorno agli inibitori dell’enzima ACC2 (Acetil Coenzima A Carbossilasi). Bloccare l’attività dell’enzima di fatto significa obbligare le cellule a bruciare i grassi, anche in presenza di zuccheri. Non solo si prospetterebbero scenari da 7 chili in 7 giorni, ma nuovi farmaci che sfruttino questo meccanismo potrebbero aiutare nella cura del diabete, visto che è proprio l’insulina una delle proteine che stimolano l’attività degli ACC. Lo studio invece, utilizzando topi geneticamente modificati con il gene dell’ACC2 disattivato, ha rilevato che il grasso in più bruciato è presto rimpiazzato dal metabolismo a partire dagli zuccheri in eccesso, e alla fine il bilancio energetico rimane lo stesso, a meno che, appunto, non si mangi meno e si faccia più esercizio. Gli stessi risultati sono stati osservati somministrando un antagonista a topi normali. Gli autori comunque dichiarano che il loro studio è concentrato sul cambio di peso in relazione all’ossidazione dei grassi, e non possono escludere che ci siano effetti terapeutici nel ridurre selettivamente il grasso in alcuni tessuti, né che effettivamente non si possano migliorare i farmaci per il diabete di tipo II.

Niente caffeina ai bambini, dormirebbero di meno.

+ cafferina = – sonno. 228 genitori hanno controllato meticolosamente la propria prole, per un totale di più di 200 bambini tra i 5 e i 12 anni: la fascia tra i 5 e i 7 anni consuma in media 51 mg di caffeina al giorno e quella dagli 8 ai 12 ben 109 mg, e tutti dormono meno della media consigliata per la loro età.

Lo studio, pubblicato sul Journal of Pediatrics, sfata però un diffuso mito secondo il quale, avendo la caffeina effetti diuretici, i bambini che bevono bibite gassate bagnerebbero il letto più facilmente. Il campione era composto da famiglie di lingua inglese e da lingua spagnola: rimane misterioso per quale motivi in queste ultime l’enuresi notturna è meno accentuata, a parità di caffeina consumata.

 

Quando il gatto non c’è, i topi ballano

Se siete studenti di college americani, magari cresciuti nel mito di Animal House, già il fatto stesso di essere fuori casa, e quindi fuori dal controllo dei vostri genitori, potrebbe essere uno dei fattori che vi spinge ad alzare il gomito un po’ più del solito. Se poi vi ritrovate in un viaggio di studio all’estero, dove presumibilmente il limite di età per la consumazione di alcolici è più basso che negli USA (21 anni), questo potrebbe essere ancora più nefando per il vostro fegato. Lo spiega lo studio When in Rome: factors associated with changes in drinking behavior among American college students studying abroad.

Buoni genitori.

Forse in qualche paese, compreso il nostro, uno studio come questo potrebbe suonare rivoluzionario: i figli di coppie omosessuali non solo non hanno più problemi degli altri, ma questo vale anche per i loro risultati scolastici. Lo studio, pubblicato su Demography sottolinea che statisticamente non importa in quale tipo di famiglia crescano i bambini, ma che il fatto stesso che abbiano una famiglia. Infatti i ragazzi con più problemi a scuola sono quelli affidati a orfanotrofi o altri istituti.

Sull’argomento dello sviluppo dei bambini nelle famiglie omosessuali, si rimanda al libro di Chiara Lalli Buoni genitori (il Saggiatore, 2009).

 

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Stefano Dalla Casa
Giornalista e comunicatore scientifico, mi sono formato all’Università di Bologna e alla Sissa di Trieste. Scrivo abitualmente sull’Aula di Scienze Zanichelli, Wired.it, OggiScienza e collaboro con Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. Ho scritto col pilota di rover marziani Paolo Bellutta il libro di divulgazione "Autisti marziani" (Zanichelli, 2014). Su twitter sono @Radioprozac