CRONACA

Troppa luce (artificiale)

NOTIZIE – Oh cavolo, adesso pure leggere prima di andare a nanna farebbe male? E non sarebbe dannosa solo la luce del comodino, ma qualsiasi luce artificiale che usiamo dal tramonto a quando andiamo a dormire: secondo una ricerca che a marzo verrà pubblicata sul Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, l’esposizione alla luce elettrica in questo lasso di tempo (cioè quando nell’arco della giornata in cui non è più disponibile la luce naturale) ha un effetto sul rilascio della melatonina nell’organismo. E dato che la melatonina è un ormone (normalmente prodotto dall’organismo umano durante la notte, dalla ghiandola pineale, una struttura subcorticale del cervello) che oltre a regolare il ciclo del sonno si è scoperto avere importanti implicazioni nella regolazione della pressione del sangue e della temperatura corporea, la scoperta non ci rassicura.

La tecnica sperimentale usata da Joshua Gooley della Harvard Medical School di Boston, e colleghi è quasi banale: i ricercatori hanno preso 116 persone in perfetta salute, le hanno divise in due gruppi,  e per una settimana, nelle otto ore precedenti al sonno hanno esposto il primo gruppo a un’illuminazione elettrica normale e l’altro a un’illuminazione molto fioca. Ogni soggetto aveva un catetere intravenoso permanentemente inserito nel braccio (!) dal quale a intervalli regolari di 30-60 minuti per cinque giorni è stato raccolto un campione di sangue. I campioni servivano a determinare i livelli di melatonina.

Il primo gruppo (quello esposto a luce elettrica di intensità normale) mostrava in media 90 minuti in meno di rilascio di melatonina nell’organismo rispetto all’altro gruppo. In più, l’esposizione alla luce artificiale durante le ore di sonno dimezzava praticamente la quantità totale di melatonina rilasciata al giorno, rispetto ai soggetti che dormivano al buio.

Che dire… un po’ c’era da aspettarselo. Già da tempo è noto che le luci artificiali sono in grado di sballare il nostro ritmo circadiano che normalmente sarebbe all’incirca di 24 ore, ma che può essere notevolmente prolungato con la luce artificiale. Alla base del ciclo circadiano (cioè la sincronia di tutta una serie di processi fisiologici dell’organismo con la durata del giorno) ci sono una serie di ormoni (tra cui la melatonina), che sono secreti da ghiandole la cui attività è modulata dall’esposizione dell’organismo alla luce (attraverso fotorecettori). È chiaro che la luce artificiale (invenzione piuttosto recente se confrontata con i tempi della storia evolutiva) vada in qualche modo ad alterare i livelli ormonali che si avrebbero per un organismo esposto unicamente alla luce solare (quando ce n’è).

Le conseguenze sull’organismo potrebbero essere anche più pesanti dell’insonnia. “Dato che qualcuno ha ipotizzato che la soppressione cronica della melatonina (attraverso l’esposizione prolungata alla luce) può aumentare il rischio relativo di alcuni tipi di cancro e che i geni dei recettori della melatonina sono stati collegati a due tipi di diabete, questi dati potrebbero avere importanti implicazioni per salvaguardare la salute di certe categorie professionali, i lavoratori con turni notturni per esempio esposti alla luce artificiale notturna per periodi addirittura di anni,” ha spiegato Gooley. Naturalmente saranno necessari studi ulteriori, per esempio per quantificare esattamente la soppressione della melatonina.

Intanto che facciamo? Torniamo tutti a una vita in piena sincronia con i ritmi del Sole e stasera tutti a nanna alle cinque?

Condividi su
Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.