CRONACA

Il cielo sotto ai piedi

NOTIZIE – Un singolare fenomeno atmosferico ha interessato oggi la città di Trieste: la nebbia. Non ci sarebbe nulla di strano se non che il panorama sul bordo del ciglione carsico era quello che potete vedere nella foto qui sopra (scusate, si poteva fare certo di meglio). Un mare di nebbia, sembrava di avere il cielo sotto ai piedi. Nella nebbia che vedete qui sotto è completamente inghiottita la città di Trieste (in questo panorama normalmente c’è il mare!). Tanto per scadere nel luogo comune, il primo pensiero dopo aver visto questa meraviglia è stato: ma cavolo è già l’ennesimo giorno consecutivo di nebbia,  che qui la nebbia fino a una quindicina d’anni fa non se ne vedeva mai. Cosa sta succedendo?

Ho subito contattato il nostro meteorologo di fiducia, Fulvio Stel, fisico dell’Unione meteorologica del Friuli Venezia Giulia, che mi ha bacchettato: “In realtà la nebbia è sempre stata relativamente rara a Trieste ma, dai pochi dati a disposizione, non sembra che ci sia stata una recrudescenza nella frequenza di questo fenomeno.”

 

“la formazione della nebbia sul triestino è relativamente rara ma non rarissima. Solitamente legata al periodo di gennaio. Al momento non ci sono evidenze del fatto che stia diventando più frequente del solito. Pur se rara, inoltre, dato che le condizioni che la favoriscono sono dei particolari anticicloni, che sono strutture piuttosto persistenti, può capitare che per anni non si osservi e poi, in un anno, che si presenti spesso a distanza di pochi giorni.”

Che ci volete fare, sarà che sto invecchiando. Stavo già dando la colpa al riscaldamento globale e alla Bora che sembra latitare sempre di più (dovrei chiedere anche questo). Comunque Fulvio Stel molto gentilmente ci ha inviato anche questo grafico, per confermare che qualcosa di eccezionale nella giornata d’oggi, almeno dal punto di vista meteorologico, in Friuli Venezia Giulia c’è: “Nel grafico si può  vedere che la temperatura è più alta a 2000 m che al suolo. Questo fenomeno si chiama inversione termica. Così marcato è piuttosto raro. Questa inversione termica è come un tappo posto nei pressi del suolo che non fa disperdere gli inquinanti (infatti i valori del PM saranno alti oggi) ne il vapore acqueo che quindi può condensare.”

PS: la fonte dei dati è l’aeronautica militare. I dati si riferiscono alla stazione di Udine – Campoformido che effettua un sondaggio ogni 12 ore.

Condividi su
Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.