SALUTE

In pochi minuti i danni del fumo

CigaretteSALUTE – Che il fumo di sigaretta faccia male è ormai cosa nota ma che possa farlo pochi minuti dopo aver spento la sigaretta è una cosa scoperta solo di recente. La rivista scientifica Chemical Research in Toxicology pubblica ora i risultati di una ricerca a dir poco inquietante per gli amanti delle cosiddette “bionde”. Dopo aver fatto il suo ingresso nei nostri polmoni, il fumo può provocare un danno al DNA in pochi minuti, non sono necessari anni come, fino a oggi, ipotizzato.   Si tratta del primo studio sull’uomo che ha rivelato le modalità con cui certe sostanze, contenute nel tabacco, possono causare un danno al DNA all’origine del tumore.

Il fumo di sigaretta è la causa principale di numerose patologie tumorali, prime fra tutte il tumore al polmone che colpisce ogni giorno 3000 persone. A scatenare il tutto è un danno al DNA provocato dall’azione di sostanze contenute nelle sigarette e chiamate idrocarburi aromatici policiclici.

Gli scienziati hanno focalizzato il loro interesse sulla modalità con cui queste sostanze possono provocare il danno al DNA. Per farlo hanno apportato una modifica alle sigarette alle quali hanno aggiunto un marcatore molecolare, il fenantrene, e hanno monitorato il suo comportamento nell’organismo di 12 volontari invitati a fumare le sigarette “modificate”.

Così facendo gli scienziati hanno scoperto che il fenatrene forma rapidamente un composto tossico in grado di danneggiare il DNA, ma la cosa che maggiormente ha colpito i ricercatori è stato il tempo impiegato per farlo: 15-30 minuti dopo che i volontari avevano finito di fumare. Gli studiosi hanno commentato che l’effetto è così rapido da essere paragonabile a un’iniezione diretta  della sostanza nel flusso sanguigno.

“Si tratta del primo studio che ha analizzato il metabolismo degli idrocarburi aromatici policiclici nell’uomo in seguito alla loro inalazione attraverso il fumo di sigaretta, escludendo altri potenziali contatti attraverso l’alimentazione o l’inquinamento. Inoltre,  questi risultati rappresentano un forte monito per le persone che hanno intenzione di cominciare a fumare,” spiega Stephen S.Hecht,  esperto in materia riconosciuto a livello internazionale e autore dello studio.

Crediti immagine: Geierunited, Wikimedia Commons

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