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Chi sfama il mondo e chi lo promette

IL CORRIERE DELLA SERRA – Da quest’anno negli Stati Uniti, alcune varietà di granoturco transgenico della Pioneer Hi-Bred dovrebbero rendere il 5% in più delle altre in  condizioni di siccità, e l’Agrisure Artesian della società europea  Syngenta il 15%.

L’intenzione è di conquistare, scrive Jeff Tollefson su Nature, un mercato multimiliardario per merito delle sovvenzioni federali alle coltivazioni per il biocarburante. Assente per ora Monsanto che forse rilancerà. Non ha ancora annunciato i risultati ottenuti dai propri semi negli esperimenti sul campo in Africa in corso da tre anni, una discrezione inusitata per la multinazionale che, dopo il successo del tabacco transgenico in Cina 15 anni fa, prometteva di salvare l’umanità dalla fame. Oggi le riserve mondiali di cereali sono al minimo, i prezzi dei cereali continuano a salire e a penalizzare i poveri.

Gli agronomi fanno notare che il mais è una pianta idrovora. Piantarlo in terreni aridi significa inaridirli ulteriormente e aggravare i rischi di fallimento nel caso la siccità si protragga, com’è successo negli anni scorsi in Australia. Ma dove l’acqua è solo scarsa, nella gara a produrre varietà resistenti più utili e meno costose di quelle transgeniche sono arrivate prima le organizzazioni non a scopo di lucro. In tredici paesi dell’Africa subsahariana, negli anni scorsi i ricercatori del CIMMYT – un ente di ricerca sotto l’egida dell’Onu finanziato anche dalla fondazione Bill e Melinda Gates  – hanno sperimentato dozzine di varietà ibride resistenti alla siccità. Ormai sono usate su 5 milioni di ettari, un quinto della superficie totale coltivata a mais e spiegano l’eccezionale raccolto del Malawi. A seconda dei luoghi e dei metodi di coltivazione, potrebbero aumentare le rese del 10% e varietà allo studio attualmente anche di più. Il CIMMYT, tra l’altro, è finanziato dalla fondazione Syngenta per creare ibridi di mais utilizzabili dai piccoli contadini asiatici.

Questo post fa da contorno al pollo transgenico. Foto Pioneer Hi-Bred: a sinistra la varietà resistente alla siccità.

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