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Marziani di Terra, terrestri di Marte

Che siamo "figli delle stelle" è un dato di fatto, ma non saremo noi i veri marziani? Il nuovo libro dell'astrofisico e divulgatore Giovanni Bignami

LIBRI – Fa più paura pensare che siamo soli nell’universo o piuttosto credere che ci sia qualcun altro – magari verde e con un’intelligenza superiore – là fuori? Non saremo mica noi i veri marziani? Proprio i terrestri, quelli che “tutto ruota intorno a noi”. Se lo chiede – e ce lo chiede – Giovanni F. Bignami nel suo I marziani siamo noi, edizioni Zanichelli.

Che siamo figli delle stelle è un dato di fatto. Nel senso che le stelle sono efficientissime fabbriche di elementi chimici, quelli che stanno alla base del nostro mondo e dei quali siamo costituiti noi stessi. Per dirla in altro modo, l’uomo è vera e propria “polvere di stelle”, o così almeno ci definisce Giovanni Bignami nel suo libro I marziani siamo noi, edito da Zanichelli nella collana Chiavi di lettura. Anche se qualche volta la “polvere”, più che essere di stelle, è quella che si accumula sui nostri libri di scuola, chiusi e dimenticati da troppo tempo, pare; stando ai dati statistici rilevati da Richard Dawkins e riportati da Bignami il 44% degli statunitensi è convinto che Dio abbia creato l’uomo, che lo abbia fatto simile agli esseri umani attuali e che il fatto sia avvenuto diecimila anni fa. Ma, se possibile, c’è anche di peggio, soprattutto se consideriamo che il secondo dato ci riguarda da vicino: per un italiano su quattro la Terra impiega un mese per girare intorno al Sole.

Dunque, se anche inizialmente mi sembrava che l’agile volume partisse, per così dire, da troppo indietro, che passasse cioè in rassegna eventi dell’universo che sono noti a tutti, di fronte a questi dati non posso far altro che ricredermi e dire allora che in effetti un “bignami” (scusate il gioco di parole) sulla storia dell’universo, dal Big Bang ad oggi, è cosa buona e giusta. E se ad una lettura troppo veloce la prima parte del libro appare un po’ didattica (ma lo è dichiaratamente), ad uno sguardo più attento ci sia accorge che, tra un collasso e un’esplosione, Bignami lascia che dubbi più importanti si facciano strada nella mente del lettore. Ed è lui a piantarne i semi: “Se su Marte c’è stata (o c’è) vita, anche nella forma elementare di batteri o unicellulari eucarioti, sorge naturale la domanda – scrive l’autore –: potrebbe la vita marziana essere arrivata sulla terra, portata da uno qualunque dei sassi in arrivo da Marte? In altri termini, non è che per caso siamo anche noi marziani? O viceversa, magari è stato un sasso terrestre a portare la vita su Marte, se mai c’è stata o c’è? Forse i terrestri sono loro?”. Oppure ancora: “Che cosa fa più paura? Credere di essere soli nell’universo, o pensare che ci sia qualcun altro là fuori?”

Ovviamente a molti di questi quesiti non c’è risposta, non ora. Però, dopo aver studiato oggetti che sono arrivati sulla Terra dallo spazio e dopo aver mosso passi fuori dal nostro pianeta, ci sono ancora dei capitoli che ci restano da leggere: “Dai mattoni alla casa: che cos’è mai la vita?”, “Cè qualcuno là fuori”, “Che cosa resta da scoprire” e tutti quelli che ancora non sono stati scritti.

Se, come pare, Giovanni Bignami ha voluto scrivere per tutti, il risultato è ottenuto. Ben capace di tenere in una sola mano tutti i fili che collegano gli eventi dell’universo a partire dal “grande botto” fino alle missioni spaziali contemporanee, Bignami li spiega, li allaccia e li collega ottenendo una vera e propria “immagine” di come stanno le cose, per far comprendere al lettore il centro della questione, che comunque rimane sempre la vita e il suo senso.

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.