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Fermo là, tumore!

RICERCA – Si chiama WWP2 ed è un gene che si trova all’interno delle cellule. Attacca e distrugge un inibitore naturale in grado di frenare il propagarsi del tumore. Secondo i ricercatori della University of East Anglia basterebbe bloccarlo per impedire la diffusione del tumore in punti lontani dal primo organo attaccato.

Infatti, il tumore primitivo si diffonde nell’organismo tramite un processo che prende il nome di metastasi. Le cellule tumorali si staccano dalla massa iniziale, penetrano nei vasi sanguigni e linfatici e riescono a stabilirsi anche in tessuti molto lontani da quelli d’origine.

Gli scienziati della University of East Anglia hanno provato a inibire il gene WWP2 e hanno scoperto che così facendo, non solo  aumentano i livelli di un inibitore naturale che contrasta la diffusione del tumore ma le cellule tumorali rimangono dormienti e meno propense a spostarsi.

Andrew Chantry autore dello studio pubblicato sulla rivista Oncogene ritiene che questa scoperta possa portare allo sviluppo di una nuova classe di farmaci in grado di bloccare l’aggressiva avanzata nell’organismo di tumori come quello al polmone, alla testa, al colon e alla pelle.

“Gli ultimi stadi di una patologia tumorale comprendono un processo noto come metastasi. Si tratta di una fase altamente critica che non può essere né prevenuta né trattata” spiega il dott. Chantry.

“Ora la sfida deve essere quella di trovare un farmaco efficace in grado di penetrare nelle cellule tumorali e  di inattivare il gene WWP2. Si tratta di un’impresa difficile ma non impossibile. I risultati di questo studio puntano il dito su i processi biologici che devono diventare i nuovi bersagli terapeutici” conclude il dott Chantry.

Il Dott. Mark Matfield, coordinatore scientifico dell’associazione internazionale per la ricerca sul cancro (AIRC) commenta così la scoperta: “Si tratta di un esempio significativo di come la ricerca di base possa portare a scoprire nuovi approcci terapeutici e a guardare in modo diverso la malattia, da nuovi punti di vista.”

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