COSTUME E SOCIETÀ

Chi non dorme non piglia pesci

COSTUME – Uno studio pubblicato sul British Medical Journal dimostrerebbe sperimentalmente che meno dormiamo e più veniamo considerati brutti e malsani: bastano soli sei secondi per percepire i segni del sonno su un viso. E questo potrebbe non giovare ai nostri rapporti con l’altro sesso.

Supponete di avere una riunione importante con il vostro capo, i colleghi d’ufficio e un nutrito gruppo di azionisti ai quali dovete presentare un vostro progetto. Probabilmente sarete nervosi. I giorni che precedono la riunione avete lavorato fino a tardi per concludere la relazione e probabilmente, una volta a letto, avete passato le ore senza poter dormire, guardando le lancette dell’orologio ogni mezz’ora. Non avete chiuso occhio la notte precedente e, con un bel gruzzolo di ore di sonno da recuperare, la mattina dell’incontro vi siete preparati e siete usciti un po’ intontiti, ma pronti per la sfida.

Ecco cosa potrebbe succedervi alla riunione: i vostri colleghi potrebbero non sostenervi. Il capo, a causa del vostro aspetto poco sano, vi percepirà come meno preparati di come dovreste essere. Gli azionisti, che non vi conoscono e che quindi sono più suscettibili alla prima impressione, vi troveranno poco attraente e di conseguenza poco convincente. Al vostro progetto sarà preferito quello di una vostra collega, più fresca e rilassata di voi nella presentazione.

Posto che questa è un’evidente esagerazione e che le variabili del caso sono davvero molte (prima fra tutte la bontà dei due progetti), sappiamo, per esperienza empirica, che il sonno – o la sua mancanza – giocano un ruolo fondamentale nel nostro aspetto e che quest’ultimo ha effetti sul nostro successo in società. Stando a una ricerca pubblicata sul British Medical Journal, però, pare che fino ad oggi ci sia stata una parziale carenza di studi scientificamente rilevanti al riguardo, che potessero confermare o smentire le nostre impressioni.

Questo studio, condotto al Dipartimento di Neuroscienze del Karolinska Instututet di Stoccolma, ha messo in luce che siamo in grado di leggere i segni del sonno sul viso degli altri in soli sei secondi. E non si sta parlando banalmente di volti tumefatti e gigantesche borse sotto agli occhi. Piuttosto si tratta di piccoli segnali che percepiamo e che indirizzano il nostro gradimento.

Nell’esperimento 65 persone (inconsapevoli del fine e dei dettagli dello studio) sono state messe di fronte alle foto di 23 volontari. Ad ogni volontario sono state scattate due foto con capelli sciolti e senza trucco, una dopo una bella nottata di sonno (di almeno otto ore), l’altra dopo un periodo di deprivazione e di veglia forzata. Ciò che ne è risultato è che non solo i 65 soggetti hanno riconosciuto la stanchezza nei segni del volto, ma hanno anche indicato proprio le foto delle persone private del sonno come quelle rappresentanti individui ammalati o per nulla attraenti.

L’avvenenza è stata correlata con la percezione di buona salute: “Anche poche ore di privazione del sonno – scrivono gli autori – possono causare cambiamenti psicologici, influendo anche sulle funzioni neurologiche, endocrine, immunologiche e cellulari; cambiamenti che, se si dovessero protrarre, diventano rilevanti per la salute a lungo termine. Inoltre questi risultati sono derivati dalla presentazione di foto scattate in un set artificiale e mostrate per soli sei secondi agli osservatori. È, quindi, probabile che gli effetti riportati nello studio siano anche più evidenti in contesti di vita reale e situazioni persona-persona, dove il comportamento e l’interazione possono aggiungere altre informazioni”.

In un contesto evolutivo, spiegano i ricercatori, percepire i segnali di un buon sonno come indicatori di buona salute trova fondamento perché può costituire una guida per scegliere il proprio compagno al fine di garantire una fruttuosa trasmissione di geni. “Siccome l’avvenenza muove il comportamento sessuale, la collaborazione e un trattamento migliore – precisano gli autori – la mancanza di sonno può avere conseguenze in vari contesti sociali”. In una società che sempre più vive 24 ore su 24, dove al lavoro sono dedicate ben più delle otto ore e dove anche l’aperitivo, che dovrebbe essere un puro momento di relax tra amici, diventa uno spazio temporale utile a creare contatti e fare relazioni pubbliche, afferrare nuovi clienti o conoscere in forma semi-privata la gente “che conta”, i disturbi del sonno sono sempre più comuni. Non solo dormiamo meno, quindi, ma ci stiamo anche “abbruttendo” rischiando perfino di fare meno conquiste?

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.